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I problemi

Sos estate, lo spettro delle emergenze spaventa la Sicilia: tanti i nodi ancora da sciogliere

mercoledì 15 Maggio 2024
foto di repertorio

L’estate alle porte si prospetta rovente su tanti fronti, non solo quello climatico. Sono ancora vive negli occhi e nella mente dei siciliani le immagini della devastazione provocata dagli incendi l’anno scorso. Nonostante gli sforzi messi in campo a livello regionale e locale, questi si sono rivelati insufficienti per fronteggiare una vera e propria emergenza. Ma la minaccia delle fiamme è soltanto uno dei tanti pezzi che comporrà il puzzle dei caldi mesi che attendono la Sicilia. Smaltimento dei rifiuti, siccità e i nodi dello sfruttamento costiero sono solo alcuni dei problemi sul tavolo della politica siciliana.

Sui rifiuti il dibattito è ancora aperto, ma la strada sembra ormai indirizzata verso la realizzazione dei termovalorizzatori. Individuate le possibili aree nelle quali possono sorgere gli impianti, si attende adesso il passaggio alla fase esecutiva del progetto. Intanto è in via di definizione la valutazione ambientale strategica per l’aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani. Il documento prevede sia ampliamenti delle discariche già esistenti per un totale di oltre nove milioni di metri cubi, sia la costruzione di due impianti di incenerimento (CLICCA QUI). I lavori, tuttavia, non vedranno la luce prima dell’estate e questo pone davanti a un interrogativo. I cumuli di spazzatura a bordo delle strade, specie nelle città più grandi, accompagneranno ancora turisti e residenti?
L’anomalia siciliana sul tema affonda le radici anche sull’assenza di un piano d’intervento nell’ottica di un incremento della raccolta differenziata. I dati del 2022 e del 2023 facevano ben sperare per un’implementazione, dal momento che quasi il 70% dei Comuni realizzavano uno smaltimento settoriale di indifferenziato, umido e altre frazioni, ma così non è stato (CLICCA QUI). L’incertezza sul piano d’azione non giova alla celerità degli interventi, e così il problema dei rifiuti si aggiunge a quello degli incendi.

Le scarse e rare piogge non hanno permesso un innalzamento del livello delle acque e ciò renderà ancor più difficoltosa l’attività di spegnimento di eventuali roghi in estate. Secondo i rilievi eseguiti dall’Autorità di bacino del distretto idrografico di Sicilia, nell’ultimo mese quasi la metà delle dighe hanno subìto perfino un decremento, nonostante la presenza di qualche fenomeno piovoso.
Alla situazione legata al cambiamento climatico si aggiungono anche i numerosi disservizi della rete idrica che ormai sono divenuti all’ordine del giorno. Interruzioni frequenti e reti colabrodo hanno determinato una situazione drammatica nell’Ennese, nel Nisseno e nel Messinese. E ancora non è neppure iniziata ufficialmente la stagione estiva.
La siccità influirà in modo drammatico anche sulle colture, determinando perdite economiche ingenti e irrecuperabili, salvo ristori, per l’intero settore agricolo. L’erogazione di venti milioni di euro e la dichiarazione dello stato di emergenza sono infatti il risultato dell’ultimo incontro a Palazzo Chigi tra il presidente della Regione Renato Schifani e il ministro Musumeci. Inoltre, il mancato incontro tra la domanda e l’offerta di prodotti agricoli causerà anche un innalzamento vertiginoso dei prezzi. Ciò influirà in modo significativo sulle tasche di tutti i siciliani, aggiungendosi al problema dell’inflazione.

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A concedere una boccata d’aria fresca nell’Isola potrebbe non esserci neppure il mare. Non è ancora chiara la sorte delle concessioni balneari in Sicilia, dopo che il Consiglio di Stato ha stabilito l’avvenuta scadenza delle proroghe al 31 dicembre 2023, in base alle direttive di matrice europea. Ma dall’altro lato l’assessorato regionale al Territorio e all’Ambiente ritiene che possa applicarsi nell’Isola un differimento dei termini.
La possibile assenza di stabilimenti si aggiunge al problema dell’erosione costiera. Su 1.623 chilometri di spiagge, infatti, circa la metà sono a rischio erosione e nel giro di qualche anno potrebbero ridurre la propria estensione o essere totalmente cancellate dal mare.

pronto-soccorso

Il cambiamento climatico sta causando ormai danni anche alla salute, tra l’aumento della mortalità causata dall’innalzamento delle temperature e il risveglio della diffusione di alcune malattie infettive. Questo determinerà anche un lieve aumento degli accessi nei Pronto soccorso degli ospedali siciliani, che attualmente non appaiono preparati a subire un ulteriore incremento del carico di lavoro. L’insufficienza delle risorse umane, accompagnata alla vetustà di alcune strutture è il presagio di un’estate che si prospetta rovente su tanti fronti, non solo quello climatico.

 

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