C’è una serie tv di cui in questi giorni tutti parlano in decine di rubriche, articoli e servizi televisivi: mi riferisco a “Squid Game“. Qualcuno ha accostato questa serie all’altro exploit Netflix, la Casa di carta, sia perché entrambe sono diventate un successo mondiale in pochissimo tempo con il solo passaparola e sia, soprattutto, perché anche in questa serie alcuni dei protagonisti indossano una tuta rossa con il cappuccio. Ma le somiglianze terminano qui!!!
“Squid Game”, letteralmente gioco del calamaro (antico gioco coreano per bambini), è una serie tv coreana, sottotitolata ma non doppiata in italiano – cosa che potrebbe renderne faticosa la visione.
L’idea di partenza non è nuovissima e si è già vista in alcuni film horror/splatter del recente passato, quali “Escape room” 1 e 2 e la saga Saw: mi astengo da ulteriori dettagli per evitare i tanto odiati spoiler. Devo dire, però, che per diversi altri aspetti la serie è molto originale ed interessante. Mi riferisco in particolare allo strano ambiente – un misto tra una caserma e una casa dei balocchi – in cui i giocatori vengono radunati: in questo ambiente surreale, inconsapevoli di quelle che saranno le reali regole, firmano un contratto che li vincola alla partecipazione al gioco.
La cosa che rende il tutto nuovo e per questo interessante, è la stridente coesistenza tra la violenza che scaturirà e l’apparente innocenza delle prove a cui i partecipanti verranno sottoposti – ispirate a dei noti giochi d’infanzia. Un ruolo importante nella serie è rivestito anche dai personaggi che indossano una tuta rossa con cappuccio e una maschera nera (simile a quella usata nella scherma). I simboli raffigurati sulla maschera (il cerchio, il triangolo o il quadrato) indicano la mansione e il ruolo rivestiti dal personaggio. Tutti gli “uomini in rosso” hanno il compito di controllare (e non solo!) i partecipanti al gioco, non si vedono quasi mai in volto e ubbidiscono a colui che si fa chiamare il Frontman. Il gioco farà venir fuori la vera anima dei vari partecipanti e atti di altruismo e di vigliaccheria si alterneranno nel corso di tutte le nove puntate previste per la prima stagione. Non posso entrare nei dettagli ma “Squid game” è una serie tv che consiglio, che non deluderà e che non ha, come spesso succede, un finale banale.
Quanto sia diventata virale la serie può essere compreso da due curiosità. La prima è che il numero di telefono stampato sui biglietti da visita che i reclutatori usano, corrispondeva ad una reale utenza coreana subissata di chiamate dopo la messa in onda della puntata. La seconda è che sui social imperversa la ricetta e la preparazione della caramella oggetto di una delle prove a cui vengono sottoposti i partecipanti.
- I miei suggerimenti di questa settimana riguardano alcune serie tv presenti sulle varie piattaforme:
Wanda Vision su Disney + - The Terror su Prime
- Squid Game su Netflix
- Temple su Sky
Vi do appuntamento alla prossima settimana e aspetto sempre le vostre e-mail con le richieste, consigli o suggerimenti, quindi scrivetemi a fenomenoserietv@gmail.com