“Il Cammino non ti dà quello che vuoi, ti dà quello di cui hai bisogno. E’ un viaggio dentro di te e qualsiasi motivazione iniziale ti spinga poi lo capisci”. Il Cammino di Santiago Walter Auditore lo ha già fatto, nel 2023, seguendo l’itinerario francese (quello scelto dalla maggior parte dei pellegrini con partenza da Saint Jean Pied de Port). Quest’anno ha invece deciso di percorrere il Cammino primitivo che è il più antico, risale al IX secolo, si parte da Oviedo nelle Asturie ed è lungo oltre 300 km.
L’avvocato messinese partirà il 28 luglio per rientrare a Cammino concluso il 12 agosto.
“Lo considero una metafora della vita, ci insegna a fare passo dopo passo, nonostante tutto quello che si può incontrare nel cammino. E ognuno di noi deve farlo con il suo passo, esattamente come accade nella vita. Io mi prendo cura di me, è questa la spinta iniziale, imparo a prendermi cura di me per poi prendermi cura anche degli assistiti”.
Dopo l’esperienza del 2023, che ha documentato attraverso i social sia instagram che facebook, anche per essere da esempio di un viaggio che in fondo è tutto interiore, ha deciso di alzare l’asticella e percorrere l’itinerario più antico, fatto dai pellegrini verso la tomba di San Giacomo a Compostela. Un viaggio in cui si è con sé stessi ma si incontrano migliaia di viaggiatori provenienti da tutta Europa. Storie che si intrecciano, racconti che restano nel cuore, silenzi da condividere.
“Mi definisco un avvocato in cammino e racconterò questa esperienza dal mio profilo instagram”. LINK spiega Walter Auditore consapevole di scegliere strade meno conformiste nella società attuale, che in estate predilige altre mete, lussi e comodità, selfie e divertimento.
“Tra i compiti non scritti del pellegrino di Santiago c’è anche quello di far conoscere il Cammino, sono emozioni indescrivibili sia lungo i km che fai che al momento del tuo arrivo a Compostela. Documenterò come posso queste sensazioni, anche se la vera gioia è viverle”.
Ha scelto quindi lo strumento più moderno, i social per far conoscere quel viaggio dentro di sé che non è una fuga del mondo, è semmai un percorso inverso. Perchè tutto il mondo lo abbiamo dentro e se non proviamo a stare con noi stessi, lasciando fuori i rumori, il frastuono, la fretta, il tempo, non lo capiremo mai.
Il suo zaino è leggero “Deve essere non più del 10% del nostro peso corporeo”. Ci sarà spazio per poco, pochissimo. Il resto lo incontri in Cammino, incrociando altri pellegrini, attraversando quelle strade e quei sentieri che oggi sono Patrimonio dell’Unesco e che sono stati attraversati da migliaia di pellegrini nel corso dei secoli, fermandoti negli ostelli, usando quel “passaporto” che è una sorta di credenziale che viene usata e sulla quale apporre i timbri che testimoniano il passaggio da una tappa ad un’altra. Fino alla meta finale, il santuario di Santiago di Compostela.
“Non dimenticherò una signora che ho incontrato a pochi km dal santuario. Si è fermata, era partita da Amsterdam per fare il Cammino di Santiago tutto a piedi e poi si è fermata per aspettare l’arrivo dei nipotini. Voleva arrivare a Santiago con loro, condividere quel momento”.
