Il Sud Italia è in recessione, con i dati della crescita che progressivamente si vanno riducendo. Abruzzo, Puglia e Sardegna sono state le regioni che nel 2018 hanno registrato il più alto tasso di crescita, rispettivamente +1,7%, +1,3% e +1,2%. Nel Molise e in Basilicata il PIL cresciuto del +1%.
La Sicilia cresce ma non si vede: secondo lo Svimez l’Isola ha segnato un +0,5% di crescita nel 2018. Dato negativo per Campania, a crescita zero nel 2018, e Calabria, che ha registrato una flessione del PIL di -0,3%. Questa la situazione fotografata dal Rapporto Svimez 2019 presentato alla Camera dei Deputati.
Secondo l’Istituto, le dinamiche demografiche avverse attraversano tutto il Paese ma si manifestano in maniera più drammatica nel Mezzogiorno. Se non si invertirà la rotta in maniera netta, entro il 2065 la popolazione in età da lavoro diminuirà del 15% nel Centro-Nord (-3,9 milioni) e del 40% nel Mezzogiorno (-5,2 milioni di persone). Uno scenario “insostenibile” fotografato dal rapporto Svimez 2019.
“Entro i prossimi 50 anni il Paese si troverà con una popolazione molto più piccola e decisamente invecchiata, in particolare il Mezzogiorno è destinato a un lento e pesante declino demografico“. Un declino demografico che aggrava la stagnazione e riguarda “tutto il Paese e segnatamente il Mezzogiorno“.
Secondo il Rapporto Svimez 2019, “per effetto della rottura dell’equilibrio demografico – bassa natalità, emigrazione di giovani, invecchiamento della popolazione – il Sud perderà 5 milioni di persone e, a condizioni date, quasi il 40% del Pil. Solo un incremento del tasso d’occupazione, soprattutto femminile, può spezzare questo circolo vizioso”
E sullo stato dell’economia della nostra isola non sono tardate le reazioni. Tra queste, quella della Cgil isolana: “Il report Svimez sull’economia del Meridione – afferma il segretario della Cgil Sicilia Alfio Mannino – conferma drammaticamente non solo la crisi di questa parte del Paese, ma anche l’inadeguatezza e l’inefficacia delle misure messe in campo finora dallo Stato. Come Cgil lo sosteniamo da tempo e siamo impegnati a costruire un piano per lo sviluppo della Sicilia e per il lavoro, che intendiamo proporre alle istituzioni nazionali e regionali augurandoci che il piano straordinario per il Mezzogiorno possa vedere al più presto la luce“.