In un momento storico complesso, in cui la Sicilia si trova a fare i conti con ‘vecchie’ sfide e nuove opportunità, l’assessore regionale alle Attività produttive Edy Tamajo traccia una visione chiara. Investimenti mirati, attenzione al territorio, sostegno concreto alle imprese e centralità del lavoro.
Ai microfoni de ilSicilia.it, l’assessore affronta i nodi cruciali dell’economia siciliana, dalla transizione energetica alla semplificazione burocratica, dal ruolo delle Zes alla valorizzazione dei giovani talenti.
Assessore qual è l’attuale quadro economico della Sicilia e quali sono le principali difficoltà che le imprese affrontano?
“La Sicilia sta vivendo una fase di crescita significativa. Nel primo semestre del 2024, il Pil regionale è aumentato dell’1%, superando la media nazionale e quella del Mezzogiorno. Tuttavia, le imprese continuano a confrontarsi con ostacoli storici, come la burocrazia e le lungaggini amministrative, che spesso rallentano l’avvio e lo sviluppo delle attività produttive“.
In termini di sviluppo territoriale, ci sono investimenti in settori produttivi ad alto potenziale che l’assessorato sta programmando o già avviando?
“Assolutamente sì. A partire da fine maggio 2025, lanceremo una serie di bandi regionali con una dotazione complessiva di oltre un miliardo di euro, destinati a sostenere l’innovazione, la competitività, l’internazionalizzazione e lo sviluppo del capitale umano nelle imprese siciliane. Questi interventi mirano a creare un ecosistema favorevole alle imprese, dove innovazione e ricerca siano pilastri reali dello sviluppo“.
L’internazionalizzazione delle imprese è cruciale per il rilancio economico dell’Isola. A che punto è la Sicilia su questo fronte?
“La Sicilia è naturalmente competitiva. Il nome “Sicilia” e i suoi prodotti rappresentano un brand fortissimo. Girando per l’Isola, incontro imprenditori e artigiani capaci e brillanti che portano avanti il nostro brand per amore della nostra terra. Tuttavia, è fondamentale supportare le imprese nel strutturarsi per crescere sia in Italia che all’estero, puntando sull’export per stimolare la crescita economica”.
La competitività del tessuto produttivo dipende anche dalla formazione e dall’innovazione. Quali azioni si possono intraprendere per incentivare questi aspetti?
“Per rafforzare la competitività delle imprese siciliane, è essenziale investire nella formazione del capitale umano e nell’adozione di tecnologie innovative. Attraverso i nuovi bandi regionali, prevediamo finanziamenti per progetti che promuovano la digitalizzazione, la sostenibilità e l’innovazione tecnologica, con particolare attenzione alle micro, piccole e medie imprese. Inoltre, iniziative come il Bando PID-Next offrono servizi gratuiti di digital assessment e orientamento per supportare le imprese nel processo di trasformazione digitale“.
Possiamo dire che il PIL siciliano è cresciuto?
“Sì, possiamo affermarlo con certezza. Secondo i dati più recenti, il PIL della Sicilia nel 2023 è stato pari a 89.276 milioni di euro, rappresentando il 22,6% dell’intero PIL meridionale. Rispetto all’anno precedente, si registra una crescita superiore alla media nazionale e del Mezzogiorno . Le previsioni per il 2025 indicano che il PIL regionale potrebbe superare i 90 miliardi di euro“.
Qual è la sua visione rispetto alla ZES unica?
“La Zes unica è una scelta del governo nazionale. Credo che questa domanda dovrebbe essere rivolta direttamente agli imprenditori siciliani, che vivono quotidianamente le dinamiche del territorio. Come Assessore, il mio compito è quello di attuare le politiche del governo regionale guidato dal Presidente Schifani, lavorando con umiltà e dedizione per il bene della nostra Isola“.