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Al Teatro Biondo di Palermo (Sala Grande) è in scena “Sei personaggi in cerca d’autore” di Luigi Pirandello per la regia di Luca De Fusco.
Se la “prima” messa in scena, che risale al 1921, non fu accolta proprio bene è oggi, e c’è da credere che continuerà ad esserlo a lungo, che quest’opera, forse la più importante tra le produzioni del ‘900, può esprimere la forza della profonda essenza.
La regia firmata da Luca De Fusco, grazie ad un cast artistico di tutto rispetto e all’utilizzo di espedienti scenici nuovi per l’impianto originale, quali video proiezioni, accompagna sapientemente le precise “indicazioni” lasciate da Pirandello.
La trama, risaputa, vede in scena sei personaggi in cerca di un autore, “uno qualunque“, gusci fatti di corpi che vogliono forma dalla ragione, ombre di personaggi che diventano carne, che irrompono durante le prove teatrali di una compagnia per “diventare creature”, in un intreccio vertiginoso raccontato a più voci.
Geniale e a tratti disorientante l’espediente del teatro nel teatro che nella Sala Grande del Biondo riesce molto bene, infrangendo lo schema della finzione naturalistica. Ma è soprattutto la contemporaneità delle video proiezioni che avvicina il classico all’odierno senza modificarne la natura.
L’apparizione surreale dei cappellini per l’evocazione spiritica di Madama Pace, i particolari morbosi della scena del bordello, l’immagine visionaria della scena del laghetto, nell’idea del regista che funziona, sostanziano le richieste non esaudite dei personaggi.
Da un lato De Fusco ha seguito le “dittatoriali didascalie” lasciate da Pirandello sottolineando il carattere alieno dei personaggi, dall’altro, per scelta, ha tralasciato le didascalie descrittive e realistiche sugli arredi, presentando un clima più sobrio e crudele.
Se il testo di Pirandello è evidentemente un capolavoro di efficacia, eleganza e freddezza realistica che, nella messa in scena, rischia ogni volta di essere storpiato, in questo caso grazie all’interpretazione magistrale di Eros Pagni (il Padre) ma anche dell’intero corpo di attori (Gaia Aprea, Anita Bartolucci, Federica Granata, Gianluca Musiu, Silvia Biancalana, Paolo Serra, Maria Basile Scarpetta, Giacinto Palmarini, Alessandra Pacifico Griffini, Sara Guardascione, Paolo Cresta, Enzo Turrin, Alessandro Balletta), delle scelte registiche e non ultime quelle musicali (Ran Bagno) non solo non si corre questo rischio ma il risultato è, anzi, un raro esempio di equilibrio ed efficacia artistica.
Repliche fino a domenica 5 maggio.