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Con la sapienza che lo contraddistingue, nel gestire che le parole, Davide Enia racconta sul palco del Teatro Biondo di Palermo “L’abisso“: lo spaesamento, il dolore e la rabbia che affiorano dinanzi alla grande tragedia contemporanea degli sbarchi sulle coste del Mediterraneo.
Dal 16 al 30 novembre, in Sala Grande, accompagnato sul palco dalle musiche di Giulio Barocchieri, Enia condividerà con il pubblico le parole che è andato a cercare Lampedusa, dove ha assistito agli sbarchi dei profughi, raccogliendo per mesi le testimonianze dei sopravvissuti e dei testimoni.
“Non riuscivo davvero a trovare le parole e i concetti per nominare la vastità dell’evento che ci era arrivato addosso“, spiega. Allora, seguendo una traccia suggerita dal padre, rintraccia “un naufragio personale, intimo, privato“, per “sviscerarlo, comprendere in che modo siamo sopravvissuti a esso, stabilire una relazione con quanto accade in mare aperto. Così, nel tentativo di elaborare quanto scoprivo, relazionandomi con i primi attori della Storia, mi sono trovato a raccontare anche ciò che succedeva nella mia vita personale in quei mesi“.
Ed ecco che il testo prende forma, diventando allo stesso tempo testimonianza storica e percorso esistenziale che riguarda tutti noi.
Enia e Barocchieri lavorano nello spettacolo su più registri, includendo nella loro ricerca gli antichi canti dei pescatori, intonati lungo le rotte tra Sicilia e Africa, e il cunto palermitano, spostando l’elemento epico dallo scontro tra i paladini a un nuovo campo di battaglia: il mare aperto, dove il salvataggio è una questione di secondi, le manovre sono al limite dell’azzardo, la velocità di scelta determina tutto e risalta ancora di più.
Non ultima l’interpretazione: quando le parole dei testimoni si fanno carne consentono l’epifania del personaggio.
L’abisso è una riflessione, figlia del lavoro sul campo, su quanto sta accadendo, per riportare con urgenza, nello spazio condiviso del teatro, il tempo presente e la sua crisi: “Oggi l’abisso non è un vuoto, è uno specchio. C’è riflessa l’immagine di chi abbiamo deciso di essere“.
Scritto e interpretato dallo stesso Enia lo spettacolo ha è stato accolto con successo di pubblico e critica a Roma dove è gia andato in scena; produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale / Teatro Biondo Palermo / Accademia Perduta – Romagna Teatri in collaborazione con Festival Internazionale di Narrazione di Arzo.
Ulteriori informazioni su repliche e biglietti sul sito del Teatro.