Il prossimo weekend il piccolo Teatro Ditirammu, all’interno della rassegna “Baglio di Vito” 2017, presenterà al pubblico due appuntamenti.
Aprirà, sabato 23 alle 21,30, Paride Benassai con lo spettacolo “A Vito”, un racconto molto poetico.
L’omaggio al fondatore del piccolo teatro di Benassai è un canto d’amore sospeso tra cielo e terra, come buona parte di un teatro palermitano che ha raccontato la città da un punto di vista altro.
Sullo sfondo ci sono i vicoli, le trazzere, i bagli di Palermo mescolati ai ricordi e alle “abbanniate”.
Storie trasfigurate poeticamente, piccole scaglie di verità di un’anima che si accinge al trapasso da una vita ad una nuova vita, la Palermo dell’invisibile.
In scena con Benassai anche Rosellina Guzzo con la sua arpa, per un viaggio che è un incontro tra la musica e la vibrazione della parola. Un viaggio che parte dalla città colorata e passionale, popolare ed ironica, la città dei ricordi e della memoria, per approdare nella città bianca, quella metafisica e trascendentale, la città invisibile della vita oltre la vita.
Domenica, invece, alle 21:30, Daniele Billitteri racconterà i Tamuna.
Con loro, più che mai, è la somma che fa il totale, come diceva Totò. La storia del gruppo palermitano, vincitore tra l’altro del prestigioso Premio De André, è quella di quattro musicisti capaci di diventare la parte di un tutto, dove ciascuno mette del suo pur mantenendo il proprio stile.
Il gruppo è composto da Carlo “Charlie” Di Vita (chitarra solista), Giovanni Parrinello (percussioni, musica e testi in inglese), Marco Raccuglia (chitarra, testi e musica) e Riccardo Romano (basso e musica), insieme dal 2013.
Lo spettacolo avrà la forma di una pièce teatrale in equilibrio tra parole e musica con il gruppo impegnato a offrire al pubblico una larga parte del proprio repertorio compresi “Gerlando” e “Femmina”, brani ispirati da due libri di Billitteri (Homo Panormitanus e Femina Panormitana), chiave di questa collaborazione.
I Tamuna, fortemente legati al Teatro Ditirammu, non fosse altro per la presenza nel gruppo di Giovanni Parrinello, percussionista ma anche figlio di Vito Parrinello, il fondatore del teatro insieme con la moglie Rosa Mistretta, non hanno mai tradito le loro radici e i frutti che sono germogliati vanno ben oltre la tradizione folkloristica