Con la musica contemporanea di Le Grand Macabre, opera in quattro quadri composta nel 1978 dal grande compositore ungherese György Ligeti e presentata nella versione in lingua inglese del 1996, il Teatro Massimo di Palermo inaugura domenica 24 novembre alle 18:30 la Stagione lirica 2024/2025.
A dirigere la partitura, sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo, è il direttore musicale Omer Meir Wellber, mentre la regia dello spettacolo è affidata a Barbora Horáková, tra le più interessanti registe della nuova generazione.
“Fin dal mio arrivo a Palermo come direttore musicale del Teatro Massimo – dice il Maestro Omer Meir Wellber – ho avuto l’obiettivo di mettere in scena Le Grand Macabre di György Ligeti. un’opera che affronta il tema del rapporto tra dittatura e libertà, tra dominatore e dominato, e lo fa sotto tanti aspetti, spaziando dal livello macroscopico a quello minimo delle vicende dei singoli individui, dalla politica degli stati alla vita di coppia. È un’opera che fa pensare, ma è anche molto, molto divertente. Anche musicalmente mi sembra molto adatta al Teatro Massimo: trovo che più un teatro è ricco di storia, classico, imponente, più hanno successo i titoli moderni, sembrano più adatti per essere eseguiti qui. Già entrando in questo teatro si coglie tutta la tradizione che c’è dietro, ed è così anche per questa musica, che è modernissima e ha un linguaggio peculiare, ma proviene da tutta la grande tradizione musicale occidentale. Tutto il lavoro compiuto insieme all’orchestra in questi cinque anni è servito a preparare quest’opera, che è la sfida più complessa che abbiamo affrontato. Dopo Parsifal, dopo Tristan und Isolde, dopo tanti progetti in cui hanno affrontato la musica anche come improvvisazione, ora si trovano davanti ad una partitura difficile non solo da suonare ma anche da gestire: penso soprattutto alle percussioni, che non solo hanno una scrittura complicata ma hanno tantissimi strumenti tra i quali giostrare. Siamo arrivati insieme al culmine di una montagna ed è una bella sfida“.
Unica opera di György Ligeti, Le Grand Macabre, con la sua sarcastica visione di una apocalisse incombente, è presentata a Palermo in un nuovo allestimento. La produzione impegna Orchestra e Coro del Teatro Massimo, Maestro del Coro Salvatore Punturo, e un nutrito cast di interpreti internazionali specialisti del repertorio contemporaneo: a partire dal basso-baritono americano Zachary Altman nei panni di Nekrotzar, il sinistro protagonista dell’opera che annuncia la fine del mondo; il tenore finlandese Dan Karlström che interpreta l’ubriacone Piet il Boccale; Maya Gour e Magdaléna Hebousse interpreti della coppia di amanti Amando e Amanda; il basso Karl Huml è l’astronomo Astradamors, vittima della sadica e insaziabile moglie Mescalina interpretata dal contralto Helena Rasker, mentre il soprano Holly Flack e il controtenore Karl Laquit, dotati l’una di una strabiliante estensione vocale, l’altro di un registro acutissimo, sono rispettivamente Venus e il Capo della Polizia Politica Segreta, e il Principe GoGo; Completano il cast il basso Michal Marhold e il tenore Daniel Jenz nei panni del Ministro Nero e del Ministro Bianco. La scenografia è firmata da Thilo Ullrich, i costumi da Eva-Maria van Acker, le luci da Michael Bauer, i video da Adrià Reixach. Direttrice assistente Yael Kareth, Assistente alla regia Antonella Cozzolino.
Repliche fino all’1 dicembre. La scena è ambientata nell’immaginario paese di Bruegelland, luogo ispirato ai temi fantastici e mostruosi dei quadri di Pieter Bruegel. Il libretto dell’opera è firmato dallo stesso Ligeti assieme a Michael Meschke, direttore del Teatro delle marionette di Stoccolma, ed è liberamente ispirato alla commedia dello scrittore fiammingo Michel de Ghelderode, La balade du Grand Macabre (1934), un’opera teatrale che tratta con i toni della farsa il tema della fine imminente del mondo e la paura della morte da cui l’uomo è oppresso. Mischiando sesso e politica, lotta tra i sessi e catastrofe finale del mondo, Le Grand Macabre, opera una geniale rilettura di tutta la tradizione operistica, attingendo ai più disparati generi sonori, musicali e teatrali: dalla tradizione del teatro d’opera, al music hall, al teatro delle marionette, alla patafisica di Jarry. Vizi ridicoli e bassezze dell’umanità vengono raccontati con un linguaggio musicale che mescola citazioni colte e suoni inconsueti e bizzarri che richiedono un’orchestra dotata di una sezione infinita di percussioni e strumenti insoliti come clacson di varia tonalità, campane, campanelli, fischietti, sirene, carillon, maracas, bongo, conga, vibrafoni, xilòfoni, etc.
“Quando Omer Meir Wellber mi ha proposto questo progetto – dice la regista Barbora Horáková – ho accettato subito, perché ho amato Le Grand Macabre fin dalla prima volta che l’ho sentita. L’ho amata perché è un’opera divertente e si fa gioco della morte. È un’opera nata negli anni Settanta, e si vede dai temi che tratta (sesso e potere) e dall’approccio diretto e ironico con cui li affronta. Ma non è datata, è un’opera che non invecchia: ci sono personaggi divertenti, l’orchestra ha un suono divertente, unico, completamente diverso da tutto quello che siamo abituati ad ascoltare… ed è un’opera che parla in modo molto diretto dei problemi dell’umanità e spinge a riflettere e a farci pensare a come l’umanità sta attualmente distruggendosi. Tutti i personaggi che vediamo sono dei tipi, un po’ come nella commedia dell’arte, l’ubriaco, il pedante, la megera, il sovrano potente ma stupido… In fondo l’unico che cambia è Nekrotzar, e infatti finisce per autodistruggersi, tutti gli altri rimangono come erano all’inizio. La morte muore, e la vita continua a vivere“.
Omer Meir Wellber, è tra i principali direttori d’orchestra del repertorio operistico e sinfonico. È Direttore Musicale della Raanana Symphonette in Israele e dalla stagione 2025/’26 sarà Direttore musicale generale e Direttore principale della Staatsoper di Amburgo e Direttore musicale generale della Philharmonischen Staatsorchesters di Amburgo. Per il suo lavoro innovativo al Teatro Massimo ha ricevuto nel 2021 il Premio Speciale Abbiati dall’Associazione Nazionale dei Critici Musicali. Barbora Horáková, cantante e regista nata a Praga, dopo avere studiato canto nei conservatori di Basilea e Ginevra, ha abbracciato la regia d’opera, studiando alla Bayerische Theaterakademie e iniziando nel 2015 una stretta collaborazione con il regista Calixto Bieito, per il quale ha adattato numerose produzioni in tutta Europa. Con La voix humaine di Poulenc a Neuchâtel ha iniziato il suo lavoro di regia indipendente nei teatri, tra gli altri, di Oslo, Basilea, Bilbao, Lione, Dresda, Mannheim e Hannover. Nel 2017 ha vinto il Ring Award a Graz, nel 2018 l’International Opera Awards come “rivelazione dell’anno” e nel 2019 il premio teatrale spagnolo Los Premios Ercilla per la migliore interpretazione. Il debutto di Le Grand Macabre è preceduto da un incontro di introduzione all’ascolto a cura dell’Associazione “Amici del Teatro Massimo” in collaborazione col Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Palermo. L’appuntamento, sabato 23 novembre alle 18:00 in Sala ONU, è con Stefano Lombardi Vallauri, docente dell’Università IULM di Milano e Direttore scientifico della rivista Nuove Musiche. Ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili. Dopo la prima rappresentazione domenica 24 novembre alle 18:30 (Turno Prime), sono previste altre quattro recite: martedì 26, ore 18:30 (Turno B); giovedì 28, ore 18:30 (Turno C); venerdì 29, ore 20:00 (Turno F); domenica 1 dicembre, ore 17:30 (Turno D).