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La stagione sinfonica

Teatro Massimo di Palermo, un nuovo appuntamento con il concerto “Imperatore” di Beethoven e la sinfonia “Scozzese” di Mendelssohn

mercoledì 5 Febbraio 2025
Teatro Massimo

Ad aprire il nuovo appuntamento della stagione sinfonica del Teatro Massimo, venerdì 7 febbraio alle 20.30, è una delle composizioni più note e amate di Beethoven per la grandiosità della sua forma: il Concerto n. 5 per pianoforte e orchestra in Mi bemolle maggiore op. 73 Imperatore“. Segue la Sinfonia n. 3 in La minore op. 56 “Scozzese” ispirata a Mendelssohn dalle suggestioni di un viaggio compiuto anni prima. A dirigere il programma, sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo è la direttrice Gianna Frattadi ritorno a Palermo, dove ha guidato l’Orchestra Sinfonica Siciliana, e al debutto con l’Orchestra del Teatro Massimo, che la vedrà poi subito di nuovo sul podio per il balletto “Rossini Cards – Le Sacre du Printemps”. Solista al pianoforte è Paul Lewis, tra i maggiori interpreti del repertorio classico, acclamato da pubblico e critica per la profondità e naturalezza delle sue interpretazioni.

Composto da Ludwig van Beethoven nel 1809 a Vienna, proprio nel periodo in cui la città era sotto l’assedio di Napoleone, il Concerto per pianoforte e orchestra n. 5 op. 73 è dedicato all’arciduca Rodolfo d’Asburgo. La definizione di “Imperatore” non è del compositore, ma del pianista Cramer, e ben si attaglia alla maestosità della composizione, con i suoi tre movimenti dove il pianoforte domina quasi ininterrottamente. Un vero e proprio banco di prova per i solisti, tanto dal punto di vista tecnico che interpretativo. Al suo apparire, per quanto possa sembrare incredibile, questo quinto e ultimo concerto per pianoforte non ricevette una piena approvazione da parte di pubblico e critica, mentre oggi è tra i concerti più eseguiti e celebrati dell’intero repertorio classico.

La Sinfonia n. 3 in La minore op. 56 “Scozzese” fu composta ed eseguita da Felix Mendelssohn nel 1842 ed è dedicata alla Regina Vittoria d’Inghilterra. Nel 1829 il giovane compositore aveva compiuto un viaggio a piedi in Scozia, insieme a un amico, fermandosi ad Edimburgo per qualche giorno e poi proseguendo la visita nelle isole scozzesi: da questo viaggio nacquero, poco tempo dopo, l’Ouverture “Le Ebridi” e, dopo oltre un decennio, la Sinfonia “Scozzese”. I quattro movimenti che la compongono sono strettamente legati l’uno all’altro e il primo, solenne tema con il quale si apre è il nucleo generatore che conferisce unità a questa pagina, in cui si ritrova l’austera solennità e i cambi improvvisi di luce e colore che caratterizzano l’impressionante natura scozzese.

Gianna Fratta Ha deciso di dedicare la sua vita alla direzione all’età di nove anni, la prima volta che ha ascoltato un’orchestra dal vivo mentre studiava pianoforte al Conservatorio di Milano. Si è poi diplomata giovanissima in pianoforte, composizione, musica corale, direzione di coro e direzione d’orchestra. Parallelamente si è laureata in giurisprudenza. Ha suonato e diretto nei più importanti teatri del mondo, tra cui Teatro Coliseo di Buenos Aires, Carnegie Hall di New York, Seoul Arts Center, Opera di Hong Kong, Smetana Hall di Praga, Teatro Municipal di São Paolo. Tra le orchestre con cui ha collaborato figurano i Berliner Symphoniker, la Prime Orchestra di Seoul, l’Orchestra Sinfonica di Macao, l’Orchestre National d’Île-de-France, l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Hong Kong, la Royal Academy di Londra e molte altre. In Italia ha collaborato con le principali orchestre come l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI di Torino, l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, l’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia, la Filarmonica Arturo Toscanini di Parma, l’Orchestra Regionale Toscana, l’Orchestra del Teatro Petruzzelli, l’Orchestra della Fondazione Arena di Verona, la Sinfonica di Milano, l’Orchestra del Teatro Verdi di Trieste, I Pomeriggi Musicali e molte altre, al fianco di artisti come Martha Argerich, Gidon Kremer, Sergej Krylov, Avi Avital, Raina Kabaiwanska, David Garrett, etc. È titolare di cattedra al Conservatorio di Foggia e tiene regolarmente corsi e master class in molte università nel mondo. Ha pubblicato dischi e DVD con Sony, Brilliant Classics, Arcana, Amadeus, Classica HD, Velut Luna, Bongiovanni. È Cavaliere della Repubblica Italiana per meriti artistici internazionali come pianista e direttrice d’orchestra e protagonista di vari documentari che raccontano la sua vita.

Paul Lewis È considerato universalmente uno dei maggiori interpreti del repertorio classico. I suoi recenti cicli dedicati alle Sonate di Beethoven e Schubert, eseguiti in concerto e registrati in disco, sono stati acclamati dal pubblico e dalla critica di tutto il mondo per la profondità e naturalezza delle sue interpretazioni. Questa popolarità globale si riflette negli impegni con le maggiori orchestre (Berliner Philharmoniker, Chicago Symphony, London Symphony, Philharmonia Londra, Orchestra Sinfonica della Bayerischer Rundfunk, New York Philharmonic, Royal Concertgebouw e molte altre), festival (Tanglewood, Ravinia, Schubertiade, Edimburgo, Salisburgo, Lucerna) e sale da concerto europei e internazionali. Particolarmente intenso il rapporto con la Boston Symphony Orchestra, dove ha ricevuto la nomina a Artista Koussevitzky 2020 al Festival di Tanglewood. Data la naturale affinità con le opere di Beethoven, è stato uno degli interpreti più impegnati nel corso delle celebrazioni per il 250° anniversario del compositore: ha preso parte al documentario in tre parti che la BBC ha dedicato a Beethoven e ne ha interpretato i Concerti e le Sonate in tutto il mondo, è stato inoltre il primo pianista ad eseguire il ciclo completo dei 5 Concerti ai BBC Proms 2010. La vasta e premiatissima discografia per Harmonia Mundi è ulteriore testimone della profondità delle sue interpretazioni del repertorio romantico: ha inciso infatti opere di Schumann, Brahms, Liszt, Musorgskij. È intensa anche l’attività cameristica, ospite da moltissimi anni della serie della Wigmore Hall, dove è stato invitato a eseguire il primo concerto pubblico in tempi COVID. È partner acclamatissimo dell’altrettanto affermato tenore Mark Padmore. È condirettore artistico del Midsummer Music Festival. Già allievo di Joan Havill alla Guildhall School of Music and Drama prima di studiare privatamente con Alfred Brendel, tiene ora masterclass in tutto il mondo. Numerosi i premi internazionali: Strumentista dell’Anno della Royal Philharmonic Society, due premi Edison, tre Gramophone, Diapason d’Or de l’Année, South Bank Show Classical Music Award; molte le lauree honoris causa, importante la nomina a Commander of the Order of the British Empire (CBE) conferitagli nel corso delle celebrazioni per l’anniversario della Regina, 2016.

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