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Telemedicina per il diritto alla salute, Toti Amato: “È necessario che faccia parte del bagaglio culturale del medico” CLICCA E GUARDA IL VIDEO

lunedì 16 Maggio 2022

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Se i servizi in Telemedicina sono visti come un’opportunità dal 95% dei medici di famiglia (report Fimmg) che vedono nelle risorse del Pnrr la soluzione per gestire in futuro salute e cronicità in modo equo e sostenibile, solo il 30% ne ha usufruito, specialmente col Covid. Un’accelerazione alla medicina territoriale “apparente”, nonostante le televisite abbiano dimostrato, al di là della pandemia, di essere indispensabili non solo per seguire le fragilità più gravi e le cronicità, ma per governare anche le infinite liste d’attesa durante il lockdown.

Gli Ordini dei Medici, da quando è stata promulgata la legge 3 del 2018 (legge Lorenzin), hanno il compito istituzionale della formazione e dell’aggiornamento professionale e la Telemedicina deve far parte del bagaglio culturale del medico“, sostiene il presidente Omceo Palermo Toti Amato, consigliere della Fnomceo alla due giorni “Telemedicina, intelligenza artificiale/E-Health-per il diritto alla salute” che si è svolta a Villa Magnisi, sede dell’Ordine dei medici di Palermo.

Un secondo aspetto da prendere in considerazione è la sostenibilità in cui i medici hanno un grande ruolo: non si parla soltanto di quella economica, ma anche di quella ambientale. Ci sono dei dati ormai incontrovertibili che con la Telemedicina si fanno passi da gigante sulla riduzione dell’inquinamento ambientale” prosegue Amato.

Il terzo aspetto è l’equità. Noi abbiamo un servizio nazionale solidale dove tutti possono essere assistiti. In un territorio come la Sicilia, ma non solo, in cui l’orografia è piuttosto difficile, non sembra opportuno che una persona che abita lontano al più vicino centro di terapie non possa essere raggiunto o non possa recarsi talvolta anche al pronto soccorso – aggiunge il presidente – Poterli raggiungere significa potere dare con la Telemedicina una equità sociale, e su questo credo che noi medici abbiamo un dovere morale“.

Per quanto riguarda la formazione: “I giovani medici hanno facile accesso ai sistemi telematici, una classe di età di alcuni hanno maggiore difficoltà e siccome oltre la formazione è un dovere l’aggiornamento abbiamo la necessità di potere parlare in maniera semplice ma formativa“, conclude.

 

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