Aggredito sul palco mentre stava rappresentando con i pupi siciliani lo spettacolo “padre Pino Puglisi un prete contro la mafia”. E’ quanto accaduto ieri sera a Termini Imerese, nel palermitano, al puparo Angelo Sicilia, che da diversi anni porta in scena spettacoli sui temi dell’antimafia.
“Mentre mi trovavo sul palco sono stato disturbato fin dall’inizio da un uomo di circa 50 anni. Dopo l’ennesima provocazione ho chiesto silenzio per rispetto ai tanti che in silenzio stavano assistendo allo spettacolo – racconta Angelo Sicilia – L’uomo a questo punto è salito sul palco mi ha aggredito e mi ha spintonato e distrutto due microfoni.
Sono intervenuti i carabinieri e gli agenti di polizia che lo hanno portato via, ma non è finita qua. Sono intervenuti i familiari dell’uomo che hanno iniziato ad urlare e inveire contro di me”.
Per evitare conseguenze allo fine dello spettacolo, andato avanti tra tanta tensione, i carabinieri hanno accompagnato Angelo Sicilia e quanti hanno preso parte allo spettacolo fino allo svincolo autostradale, come da lui descritto sul proprio profilo Facebook.
“Sto valutando di presentare denuncia contro queste persone che hanno danneggiato i miei strumenti e reso impossibile mettere in scena lo spettacolo – aggiunge Sicilia sempre su Facebook – Ci siamo spaventati tanto, ma è pur vero che siamo abituati a queste “intrusioni” nei nostri spettacoli. E’ già successo nel passato a Palermo, in diversi comuni della provincia e persino in Calabria, dove tentarono addirittura di bruciarci il furgone durante lo spettacolo sulla storia di Peppino Impastato. Ringrazio tutta la comunità termitana che ci è stata vicina e le forze dell’ordine che hanno evitato il peggio”.
In una nota, “La “Rete per la promozione della cultura antimafia nella scuola”esprime solidarietà ad Angelo Sicilia, l’autore e regista palermitano che, ieri in occasione della messa in scena su Padre Pino Puglisi a Termini Imerese, è stato oggetto di aggressione e minacce”. E‘ quanto si legge in una nota dell’associazione.
“Conosciamo bene il lavoro svolto in questi anni da Angelo Sicilia che, nelle nostre scuole, ha contribuito alla promozione della cultura antimafia rinnovando, con grande impegno, il linguaggio artistico dei pupi siciliani – aggiunge la nota – È inaccettabile che l’azione militante e l’attività professionale di un intellettuale, che ha investito sull’opera dei “pupi antimafia”, possa essere oltraggiata in questo modo: questa vicenda dimostra che bisogna continuare a lavorare con grande impegno per bonificare il terreno su cui attecchisce la cultura mafiosa. Siamo certi che Angelo Sicilia non si lascerà intimidire, anche perché continuerà a trovare le porte aperte nelle nostre scuole”.