Dopo le prime scosse di terremoto, molti di noi si presentarono in via Scarlatti, alla Caserma Caramanna volontariamente, in piena notte e già i mezzi erano pronti per partire via terra.
Io ero a cena in cucina con mia moglie i miei suoceri e mio figlio Giovanni di 7 anni. Non esitai a salutarli e a mettermi a disposizione per partire. Ci spostammo con alcuni mezzi alle 3 e già il giorno dopo eravamo in Irpinia, dove regnava una grande confusione.
I vigili del Nord andavano verso sud e quelli del sud verso nord. Noi siciliani fummo indirizzati a Calabritto. Alla meno peggio ci accomodammo in un terreno con le tende da campo sotto la pioggia. Nessuno di noi cercò riparo per i primi tre giorni, nella speranza di tirare fuori dai crolli persone in vita.
Passammo 3 giorni e 3 notti all’agghiaccio con cibo improvvisato. Il Paese era devastato, morti da tutte le parti. Arrivò il Presidente Pertini in elicottero e si mise a gridare per la disorganizzazione che trovò. Li inizia un nuovo corso e una cultura di protezione civile con Zamberletti. I pompieri si distinsero per lo spirito di sacrificio mostrato, ancora una volta.
Dalla foto si vede un abbigliamento improvvisato non adatto alla neve presente in Irpinia e senza dispositivi di protezione individuale.