L’alleanza di Azione e IV finisce dietro Forza Italia e Lega. Alle elezioni fallisce l’obiettivo di Carlo Calenda sul famoso “terzo polo”. Partita persa in partenza, dopo la rottura con Enrico Letta e soprattutto con Più Europa, guidata in Sicilia da Fabrizio Ferrandelli.
Il presidente dell’Assemblea nazionale, e capogruppo del partito di Emma Bonino a Sala delle Lapidi, ha messo in piedi una squadra di giovani donne e uomini per la sfida dell’election day, mettendo in pratica quella promessa del ricambio generazionale. Il risultato positivo arriva già dall’esperienza delle amministrative di Palermo, una corsa in cui da soli contro tutti hanno ottenuto il 15%, contro le previsioni che davano +E al 5%.
Tutti voti di Ferrandelli, lo ha sottolineato più volte anche Gianfranco Miccichè che in quei giorni ,a ridosso dalle comunali, punzecchiava Calenda dicendogli di “non tentare appropriazioni indebite, in quanto il soggetto politico in Sicilia è Fabrizio e non lui”. Ed era inevitabile che pure sull’Isola Calenda potesse fare flop passando ad un magrissimo 2% di Armao alle regionali, ripiegando su Renzi e perdendo quella forza propulsiva di crescita politica e di rinnovamento dei gruppi dirigenti, e lasciando fuori tutte le energie che nella Regione avevano investito in Azione.
Di Palermo ne avevano, invece, parlato come un esempio nazionale. Ma basta equiparare i voti ottenuti da Ferrandelli a giugno: praticamente nel solo capoluogo ha totalizzato gli stessi voti che Armao ha raggiunto alle regionali in tutta la Sicilia . E anche adesso per le politiche in cui Più Europa ha ottenuto sostanzialmente il 3%, smentendo chi predicava per loro un magro risultato dell’1,5%, e, invece, il risultato è ragguardevole. Quasi un milione di voti. E intanto a Roma sono appena entrati Benedetto Della Vedova e Riccardo Magi.
Ferrandelli ha fatto sapere che ci sarà un riconteggio, mancano circa 10.000 voti per raggiungere il quorum nazionale e pare sia stata già evidenziata una falla nel sistema di attribuzione. Probabilmente tra qualche settimana ci sarà uno scenario politico diverso, con le possibili new entry di under 40 che Ferrandelli ha voluto inserire nelle liste in tutta Italia. Tra i nomi in sospeso c’è lo stesso Ferrandelli e la bagherese Maria Saeli per la Camera, il palermitano Ugo Forello, eletto già al consiglio comunale, e anche Francesco Passantino, in coda per il Senato.
E’ innegabile che Ferrandelli si confermi l’unico leader siciliano ai vertici di un partito nazionale, in un momento nel quale è già partita una grande stagione. Una posizione che arriva dalle battaglie per i diritti civili e le libertà economiche, con unico e costante impegno: rappresentare le istanze dei cittadini e della categorie sociali deboli. Gli scontenti, così si vocifera, stanno già traghettando la loro attenzione verso Fabrizio Ferrandelli, riconoscendo in lui capacità aggregative per il prossimo futuro. E parliamo non solo di militanti all’interno di Azione e PD, ma sorprendentemente anche dei moderati degli altri schieramenti. Forza Italia in testa.
Parrebbe che da noi Calenda non abbia fatto un grande affare, anche se i due (Ferrandelli e Calenda ndr) hanno sempre usato parole di stima e rispetto l’uno per l’altro, toni distesi nonostante i percorsi diversi di quest’ultima contesa elettorale, tanto da far pensare a più di un’osservatore della politica che la loro strada possa riunirsi ad un prossimo appuntamento.
Saranno mesi di evoluzioni e nuovi assembramenti. Non è detto che la federazione tra Calenda e Renzi resista, il Pd affronterà una stagione di rinnovamento per lasciarsi alle spalle la disfatta delle nazionali e i forzisti guardano già al post Berlusconi. Con i moderati che fanno l’occhiolino. Un governo a guida sovranista sarà terreno agevole per la crescita delle opposizioni?
Di certo, per i Ferrandelli boys ,nonostante l’ultima corsa sia stata improvvisamente in salita e solitaria, il vento pare sia in poppa.