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Toponomastica: è scontro a Messina per l’intitolazione delle strade

martedì 29 Agosto 2017

La Toponomastica di Messina e la Costituzione al centro di un’aspra polemica di fine estate tra “Cambiamo Messina dal basso” e l’architetto e storico messinese Nino Principato. Ad accendere lo scontro e’ la possibile intitolazione nel capoluogo di alcune vie di Ganzirri alle 21 madri della Costituzione.

Mi domando, perché queste intitolazioni per personaggi che non c’entrano niente con Messina? […] Ci sono una miriade di donne messinesi che sin dai tempi più antichi hanno dato lustro a Messina in diversi settori dello scibile. Perché non onorarle per come meritano nella loro e nostra città? E invece, dobbiamo intestare 21 strade alle madri costituenti, due delle quali non hanno ancora raggiunto i requisiti di legge dei dieci anni dalla morte. Però, per Mino Licordari cui si voleva intestare non una via ma la sala stampa dello stadio “Franco Scoglio”, l’amministrazione Accorinti ha risposto che dovevano trascorrere dieci anni dalla morte. Posso scrivere che è una cosa scorretta o, siccome sono un dipendente comunale, devo stare in religioso silenzio?”.

Da queste parole e dal pensiero dunque rivolto al gruppo CMdB da Principato su Fb e’ scaturita la contesa tra favorevoli e contrari all’intitolazione delle strade alle 21 donne della Costituente. Il commento dell’architetto sul social network è stato poi seguito da un ulteriore post in cui Principato ha fatto un lungo elenco di donne messinesi a cui poter intitolare le vie di Messina. La questione, secondo lo storico messinese, non è l’intitolazione alle 21 donne della Costituente ma il fatto che queste donne non abbiano a che fare con Messina.

L’Amministrazione del sindaco Accorinti ha risposto all’architetto Principato, evidenziando che: “La necessità di valorizzare le eccellenze messinesi, emersa dal suo post, ci trova certamente concordi, ma il tipo di ragionamento chiuso che Lei pone dovrebbe essere seguito dall’eliminazione delle intitolazioni a Garibaldi, alla regina Elena, a Re Vittorio Emanuele, a Cavour, ecc. Loro che cosa c’entrano con Messina? Qual è il margine fra un’intitolazione valida o meno? O in questi casi non sono intitolazioni da criticare? E Lei ha mai proposto i nomi di tutte le donne eccellenti messinesi che conosce? Sia chiaro, le risposte non ci interessano, perché il nostro obiettivo resta continuare a lavorare nella direzione della parità e della valorizzazione delle donne che hanno fatto grande non solo il nostro Paese ma il mondo intero, e che, con questa proposta abbiamo solo tracciato“.
Dispiace riscontrare nel sarcasmo dell’architetto Principato – scrive in risposta il gruppo Pari Opportunità di CMdB – gratuita demonizzazione del proprio interlocutore, un facile sberleffo che devia costantemente dal tema cardine della disparità di genere in ambito toponomastico, sfociando in ridicola lezioncina di storia con cui si fraintende volutamente il senso delle nostre parole. […] Se il sottile filo della toponomastica ha collegato le Alpi alla Conca d’Oro attingendo alla storia monarchica d’Italia, perché tanta riluttanza ad accettare che questo filo possa passare anche attraverso coloro che ne hanno fatto la storia repubblicana, democratica? Se in Italia non esiste comune che non abbia una via, un corso, una piazza intitolati a Umberto I, Vittorio Emanuele o Garibaldi, a prescindere dai casi specifici di contatti diretti con la città, perché non accettare che si diffondano sul territorio anche i nomi di coloro che hanno fatto la Resistenza, la Costituzione, la Repubblica? Temiamo di ricordarci forse che solo nel ’46 in Italia votarono per la prima volta le donne? Temiamo forse di assurgere a modelli di riferimento le prime donne elette in quell’occasione, a cui, al pari dei colleghi uomini, dobbiamo diritti e libertà fondamentali?“.

Il gruppo CMdB ha inoltre pubblicato un lungo elenco di nomi non ancora valorizzati a Messina, aggiungendo: “Il vulnus, da lei mai sfiorato, è riconoscere e collocare giustamente nella storia di una città e di conseguenza, nella toponomastica che geograficamente la descrive e antropologicamente le conferisce nuove connotazioni, la presenza femminile, che c’è stata, c’è e continuerà inesorabilmente a crescere nonostante questa inutile polemica. Alle vie dedicate a sovrane, per quanto di buon cuore e a Madonne e sante, sentitamente adorate, vorremmo si affiancassero i non pochi nomi delle donne che a livello locale così come nazionale, hanno fatto e fanno la storia: le 21 donne costituenti, riferimento nazionale oltremodo caro e imprescindibile, sono fra queste. Dodici vie quest’anno sono state intitolate a donne, silente piccola rivoluzione passata inosservata, che con il progetto delle 21 vie alle madri costituenti, trova non certo fine, ma semplicemente una delle tante tappe sotto i riflettori nel lungo cammino di riduzione del gap di genere che ancora ci attende. […] A lei, architetto Principato, rimane l’aver dato prova con la sua replica a un paternalismo inevitabilmente meschino, fra le ultime insopprimibili espressioni di becero maschilismo. La cultura è l’umiltà del sapere che tesse, non la boria di chi si incensa da sé. E Messina ha solo bisogno di cultura autentica e parità“.

Principato, a seguito delle polemiche scaturite dal suo post ha espresso la volontà di lasciare Facebook e chiudere il proprio profilo ma il botta e risposta sull’argomento sembra destinato a non esaurirsi. E Cambiamo Messina dal Basso ha, infatti, lanciato un’ulteriore precisazione al vetriolo: “La Commissione Toponomastica è composta anche da dirigenti dell’amministrazione comunale, cultori della materia e dal Presidente del Consiglio Comunale, mentre i membri della Giunta possono partecipare ma senza diritto di voto e solo su invito. Perché non ci si e’ indignati prima con tutte le amministrazioni, ma proprio tutte, che hanno lasciato interi quartieri senza anima con vie indicate da numeri e/o lettere?“.

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