Non so a voi, ma a me Totò Lentini fa simpatia. Tutti lo additano come un politico che cambia casacca molto facilmente perché in questa legislatura dell’Ars ha cambiato solo quattro gruppi parlamentari: Forza Italia, Fratelli d’Italia, Ora Sicilia e Autonomisti. Quando gli chiedono il motivo di questo suo peregrinare da un gruppo all’altro, risponde: “Sono i partiti che cambiano, non io”. Può darsi che abbia ragione. Ma è l’ultimo approdo che mi lascia un po’ perplesso, il ritorno tra le braccia di Raffaele Lombardo. Una sorta di “sindrome di Stoccolma” – innamorarsi del proprio aguzzino – sembra essersi impossessata di Lentini. Non so dirvi altro di questo oscuro morbo, ma forse è proprio Raffaele Lombardo la persona in grado di spiegare a Lentini cosa sia la sindrome di Stoccolma, essendo un medico specializzato in Psichiatria forense. Ma sono fatti loro. Sicuramente, Raffaele trattò maluccio Totò quando lo definì “stigghiularo”, riferendosi alla passione smodata che Lentini nutre nei confronti di questo piatto da street-food. Ci volle del tempo e se non ricordo male fecero pace.
Io credo a Totò quando dice che non è lui che cambia, ma che sono i partiti a deluderlo. Però, una cosa è cambiare partito nell’ambito dello stesso schieramento, altra lasciare il centrodestra e infilarsi nella coalizione che nel 2017 sostenne la candidatura a sindaco di Leoluca Orlando. La sua lista, “Alleanza per Palermo”, ottenne il 4,7% dei voti, per un pelo non superò lo sbarramento del 5%. Un successo inimmaginabile per chi aveva deciso di cambiare non solo la casacca ma anche il cappotto. Ma l’amore tra Totò e Leoluca durò poco: non ottenne alcun assessorato né la presidenza di una delle tante aziende che fanno capo al Comune. Così con le pive nel sacco, tornò nel centrodestra e fu candidato nella lista provinciale di Palermo di Forza Italia, risultando il primo dei non eletti. All’Ars è arrivato lo stesso dopo l’elezione di Giuseppe Milazzo al Parlamento europeo. Messo piede a Palazzo dei Normanni è diventato una sorta di trottola, cambiando finora quattro gruppi parlamentari. Ma difficilmente lascerà Raffaele, la “sindrome di Stoccolma” non è un’invenzione psichiatrica. Esiste. Però, se Lombardo non gli offrirà qualcosa su un piatto d’argento – anche stigghiola – difficilmente si fermerà.