Un confronto atteso e teso oggi in Commissione Salute dell’Assemblea regionale siciliana. L’assessore regionale alla Sanità, Daniela Faraoni, è intervenuta per chiarire le contestazioni delle ultime settimane sulla cardiochirurgia pediatrica di Taormina. Accanto a lei Salvatore Iacolino, dirigente generale del Dipartimento per la Pianificazione Strategica, e Giacomo Scalzo, del Dipartimento per le Attività Sanitarie e l’Osservatorio Epidemiologico. Entrambi hanno fornito i dati tecnici a supporto dell’audizione.
La seduta arriva dopo giorni di tensione politica. Il deputato Antonio De Luca (M5S) ha accusato l’assessorato regionale di aver fornito al Ministero numeri incompleti o distorti sugli interventi eseguiti nel centro di Taormina.
Secondo De Luca, la Regione avrebbe tentato di ridimensionare il ruolo del reparto. Accuse che hanno riacceso il dibattito su uno dei temi più delicati della Sanità siciliana: la definizione della rete ospedaliera e il suo equilibrio tra eccellenze territoriali, modelli di integrazione e diritto alla cura dei bambini nel Mezzogiorno.
Ma l’assessore Faraoni ha scelto la linea della trasparenza e dell’autocritica, ammettendo che: “Effettivamente c’è stato un errore materiale nel peso delle attività riportate per Palermo, ma tutti gli altri dati che abbiamo utilizzato sono quelli comunicati dalle Aziende interessate e sono assolutamente sovrapponibili a quelli inviati al Ministero, che sarà poi a valutarli”.
Secondo l’assessore, la nuova programmazione della rete ospedaliera regionale introduce un cambiamento significativo: “Nella precedente rete del 2019 era prevista una sola cardiochirurgia pediatrica, oggi invece confermiamo la presenza di due unità operative a servizio di un territorio molto vasto che giustifica pienamente la coesistenza di entrambi i centri. L’obiettivo è quello di creare una rete funzionale tra Taormina e Palermo, attraverso un modello organizzativo integrato con la cardiochirurgia per adulti del Papardo di Messina. È stata un’operazione congiunta che nasce dall’applicazione degli atti di indirizzo ministeriali e dal confronto con il Ministero dell’Economia. Non si tratta di una decisione politica, ma di un adeguamento tecnico e normativo”.
Nel dettaglio, il dibattito ha riguardato soprattutto i dati contestati.
Antonio De Luca (M5S) ha accusato la Regione di aver comunicato numeri inferiori rispetto alla realtà. “A Taormina nel 2025 risultano solo 65 interventi, ma in realtà sono oltre 100. Anche per il 2024 la Regione ha dichiarato 103 operazioni invece di 143”, ha detto il deputato.
De Luca ha parlato di un tentativo di “ridimensionare un’eccellenza sanitaria con numeri che non corrispondono alla realtà” e ha chiesto alla Commissione di acquisire tutta la documentazione inviata al Ministero della Salute.
Faraoni ha respinto le accuse. Ha spiegato che i dati arrivano direttamente dalle aziende sanitarie e che eventuali errori sono già stati corretti. “Abbiamo segnalato subito gli errori materiali, senza alcuna intenzione di manipolare i numeri”, ha precisato l’assessore.
Sulle procedure di calcolo, l’assessore ha aggiunto un chiarimento tecnico: “I DRG (Diagnosis Related Group) che abbiamo preso in considerazione sono quelli suggeriti da Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, che definisce in modo preciso quali codifiche rientrano nella cardiochirurgia pediatrica. Non tutti gli interventi di area cardiologica possono essere conteggiati: solo quelli che rispondono ai criteri ministeriali vengono riconosciuti ai fini della programmazione ospedaliera”.
Una distinzione che, secondo Faraoni, spiega buona parte degli scostamenti numerici. “Si tratta di differenze legate alla natura delle codifiche e non di discrepanze sostanziali sull’attività del centro di Taormina, che resta una realtà di rilievo per il sistema regionale”.
Altro nodo affrontato in VI Commissione riguarda le convenzioni con i due poli di riferimento nazionale: il Bambino Gesù di Roma per Taormina e il Gruppo San Donato di Milano per Palermo.
La collaborazione con il Bambino Gesù è attiva dal 2010. Da quell’accordo è nato il Centro Cardiologico Pediatrico del Mediterraneo (CCPM). Secondo il sito ufficiale dell’ospedale della Santa Sede, il Bambino Gesù garantisce supporto clinico, tecnologico, consulenziale e formativo. L’obiettivo è rafforzare le competenze del personale siciliano e consolidare le attività cardiochirurgiche di Taormina.
Il contratto ha ricevuto il parere dell’Autorità Nazionale Anticorruzione e ha avuto diverse proroghe nel tempo. L’ultimo rinnovo noto risale al 31 luglio 2020, con validità di altri due anni.
A Palermo, invece, nel luglio 2023 è nato un nuovo reparto di cardiochirurgia pediatrica in convenzione con il Gruppo San Donato di Milano. L’intesa mira a potenziare la capacità regionale di intervento e a ridurre la migrazione sanitaria dei bambini che necessitano di cure complesse fuori dalla Sicilia.
Queste partnership hanno consentito, nel corso degli anni, la formazione di équipe specialistiche e l’elevazione degli standard assistenziali. L’assessore, però, puntualizzato che: “Non possiamo continuare in una situazione di collaborazione che è giustificata solo nella misura in cui c’è ancora un’expertise da apprendere”.
“Il nostro convincimento è che la previsione di questa organizzazione come una rete, in collegamento tra i due centri, ci consentirà di realizzare un sistema omogeneo per tutta la Sicilia. Ma questo sistema dovrà essere affrancato da San Donato per quanto riguarda Palermo e dal Bambino Gesù per quanto riguarda Taormina. Dobbiamo darci un termine e costruire una rete autonoma, competente e siciliana”, ha concluso l’assessore.