L’indagine è stata avviata nel maggio 2024 come prosecuzione dell’operazione “Antiqua” che nello stesso mese aveva portato all’arresto di 9 persone – in buona parte già condannate in abbreviato – per associazione mafiosa (appartenenza alla famiglia di Campofranco), estorsione, detenzione e porto abusivo di armi e spaccio di droga. Nel corso dell’attività investigativa sono stati intercettati un albanese pluripregiudicato, residente nell’hinterland milanese, e un ex avvocato di Gela (sospeso dalla professione perché condannato per concorso esterno in associazione mafiosa).
Trentadue le cessioni di droga agli spacciatori contestate nell’indagine. I proventi sarebbero confluiti in una cassa comune, indicata con il termine “salvadanaio”, utilizzata anche per contribuire al mantenimento dei detenuti e per pagare il manovratore del drone incaricato di recapitare stupefacente e telefonini nelle carceri. In una circostanza è stato intercettato il tentativo di consegna a un indagato ristretto a Messina, 3 telefoni, 100 grammi di hashish e 20 di cocaina, attraverso un drone, abbattuto nei pressi del carcere dalla Polizia penitenziaria.
Le sim telefoniche venivano intestate ad extracomunitari e il trasporto della droga avveniva con auto noleggiate. Durante l’indagine sono state arrestate 2 persone, denunciate 8. Sequestrati un chilo e 250 grammi di hashish,121 grammi di cocaina e una pistola Beretta modello 71, calibro 22, con matricola abrasa completa di caricatore con 49 cartucce calibro 22, e di numerosi bossoli, inneschi e materiale utile al confezionamento di cartucce calibro 12 e 16.