C’erano anche “soggetti con orientamenti tipici dell’islamismo radicale di natura jihadista” che “palesavano atteggiamenti ostili alla cultura occidentale mediante propaganda attuata attraverso falsi profili attivati su piattaforme social” all’interno dell’organizzazione internazionale dedita al traffico di esseri umani smantellata stamani in Sicilia.
Secondo quanto scrivono gli inquirenti, che ipotizzano un’infiltrazione di terroristi, “in una conversazione intercettata tra il promotore dell’organizzazione e uno dei sodali, si è apprezzata l’intenzione di quest’ultimo di recarsi in Francia ove avrebbe compiuto ‘azioni pericolose a seguito delle quali avrebbe potuto non fare ritorno, invitando pertanto l’interlocutore a pregare per lui”.
La Guardia di finanza ha eseguito nelle province di Palermo e Trapani 13 fermi nei confronti di individui di nazionalità tunisina, italiana e marocchina, ritenuti appartenenti a un’organizzazione transnazionale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e al contrabbando di sigarette.
L’organizzazione sarebbe stata capeggiata da pericolosi pregiudicati tunisini e avrebbe utilizzato gommoni carenati con potenti motori fuoribordo ed esperti scafisti, nel braccio di mare tra la provincia tunisina di Nabeul e quella di Trapani, consentendo agli immigrati di raggiungere, in poco meno di 4 ore di navigazione, le coste italiane.
Tra i fermati c’è anche un presunto estremista islamico che inneggiava alla Jihad sui social. Sul suo profilo sono stati trovati video e messaggi di propaganda jihadista. Sei i ricercati: tra loro anche un marocchino che, come emerge dalle intercettazioni, avrebbe progettato un viaggio in Francia per “compiere azioni pericolose”.
Ogni viaggio, per il quale venivano imbarcate dalle 10 alle 15 persone, con costi pro-capite tra i 3.000 e i 5.000 euro, prevedeva anche il trasporto di sigarette di contrabbando, destinate al mercato nero italiano e in particolare a quello palermitano. Al vertice della rete di vendita ci sarebbe stata un’ italiana.
Alla base, una efficiente rete organizzativa, che contava sull’operato di tunisini, italiani e marocchini che si sarebbero occupati di fornire ai migranti un vero e proprio servizio “shuttle” dalle spiagge di sbarco fino alle basi logistiche dell’organizzazione, da dove una volta rifocillati e forniti di vestiario potevano liberamente raggiungere le destinazioni desiderate.
Secondo quanto emerso dalle indagini delle Fiamme gialle ogni membro dell’organizzazione rivestiva un ruolo ben preciso, occupandosi dell’adescamento dei migranti, della raccolta e custodia delle somme di denaro dovute per il viaggio, della manutenzione e dell’approntamento dei natanti utilizzati per le traversate, della loro conduzione e, infine, del primo collocamento dei clandestini sulle coste siciliane, in luoghi nella disponibilità dell’organizzazione.
Il Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Palermo con mezzi navali e aerei, ha monitorato, mentre erano in corso, le traversate e gli sbarchi dei migranti sulle coste trapanesi, riuscendo peraltro a bloccare sulla battigia, in un’azione coordinata con il Gico di Palermo e la Compagnia di Marsala, lo sbarco di 19 migranti, sequestrando più di 4 quintali di sigarette di contrabbando per lo più di marche estere. Sigarette che venivano poi smerciate nei mercati rionali palermitani al prezzo di non più di 3 euro a pacchetto, con guadagni per oltre 17 mila euro ogni quintale di “bionde” contrabbandato.
“Si tratta di un’indagine molto importante perché colpisce un’organizzazione criminale che favoriva l’ingresso di migranti irregolari interessati a un trasporto via mare sicuro e disposti a pagare cifre più alte rispetto ai tradizionali viaggi sui barconi o a evitare qualunque forma di controllo ed identificazione all’arrivo – afferma il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi che conclude – Anche per questa ragione non può escludersi, ma non vi sono elementi precisi al riguardo, che potessero approfittarne anche soggetti pericolosi“.