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Tumori ereditari femminili, la Regione rende gratuiti gli esami di prevenzione

mercoledì 15 Gennaio 2020
sanità

Le donne residenti in Sicilia, con una storia familiare di soggetti che hanno contratto il cancro alle ovaie o alla mammella, potranno da oggi effettuare gratuitamente tutti gli esami per prevenire i tumori ereditari femminili.

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana il decreto dell’Assessore alla Salute Ruggero Razza che istituisce il codice di esenzione D99 per offrire a tutte le donne sane, ma potenzialmente a rischio genetico di tumori, prestazioni specialistiche gratuite, interamente a carico del Servizio sanitario regionale.

Dopo la creazione di un apposito percorso terapeutico e assistenziale sui tumori ereditari femminili, La Sicilia è tra le poche regioni d’Italia a dotarsi di questa ulteriore misura che rientra nelle attività di prevenzione delle neoplasie alla mammella e dell’ovaio e consente alle interessate non solo cure gratuite, ma anche esami che servono a prevenirne l’insorgenza.

Per ottenere l’assegnazione del codice di esenzione D99 sarà necessario sottoporsi al questionario somministrato dal medico di base o dai consultori, anche su richiesta dell’interessata, in assenza di qualsiasi sintomo. Se si risulta a rischio si sarà indirizzate alla consulenza genetica e al test che segnalerà una eventuale mutazione dei geni BRCA1 e BRCA2.

Le donne portatrici di mutazioni patogeniche saranno prese in carico dalle Breast Unit e dalle unità operative di ginecologia oncologica e potranno accedere ai programmi di sorveglianza specifici per la diagnosi precoce e la prevenzione dell’insorgenza del tumore della mammella e dell’ovaio.

Potranno accedere a visite senologiche e ginecologiche, ecografia, mammografia, risonanza magnetica, alla chirurgia profilattica dell’ovaio e della mammella e alla ricostruzione mammaria. Il provvedimento innesca un circolo virtuoso che da un lato prevede controlli mirati per la tutela della vita umana, dall’altro un abbattimento di costi a carico del servizio sanitario regionale, poiché la prevenzione ha costi ridotti rispetto alle terapie.

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