Fondi Poc, nuovi interventi nelle scuole, il valore degli Istituti tecnici superiori e programmi volti a contrastare l’abbandono scolastico. Sono queste alcune delle sfide principali che l’assessorato regionale all’Istruzione e Formazione professionale dovrà affrontare nei prossimi mesi. Raggiunto da ilSicilia.it l’esponente del governo Schifani Mimmo Turano ha fatto il punto sullo stato di salute dei plessi siciliani e gli aspetti principali della nuova programmazione.
Assessore, può spiegarci brevemente cosa sono i fondi Poc e quale ruolo giocano nello sviluppo della Sicilia?
“Si tratta del Programma operativo complementare del Fondo sociale europeo, che consente di portare a termine tutti gli interventi non ultimati della precedente programmazione, e dà la possibilità di avviare nuove azioni relative alla nuova programmazione 2021-2027“.
In che modo la Regione Siciliana ha deciso di riprogrammare questi fondi? Quali sono le principali novità rispetto alla precedente programmazione?
“Per quel che concerne l’assessorato regionale all’Istruzione e Formazione professionale abbiamo programmato una decina di interventi. Le principali novità riguardano le azioni finalizzate a contrastare l’abbandono scolastico anche dopo il primo ciclo di istruzione, per consentire ai giovani di completare l’obbligo scolastico ed eventualmente di proseguire gli studi frequentando uno dei percorsi attivati dagli Istituti tecnici superiori (Its), che consentono ai nostri studenti e alle nostre studentesse di acquisire competenze specialistiche in linea con le esigenze del mondo del lavoro. Stando ai dati del rapporto Indire 2024, infatti, emerge che ad un anno dal diploma presso un Istituto Its, ben l’87% degli studenti trova occupazione“.
Tra le linee di intervento, una parte importante riguarda l’asse dedicato al capitale umano e all’inclusione sociale. Quali interventi specifici sono previsti per le scuole siciliane?
“Certamente continueremo ad investire in programmi di educazione alla legalità, di contrasto al bullismo e alle dipendenze, oltre alla violenza di genere, promuovendo percorsi di educazione alle differenze, in linea con le iniziative avviate negli ultimi due anni“.
Tra i beneficiari del Programma figurano anche asili nido, scuole pubbliche e paritarie, enti di formazione. Può dirci quali saranno le priorità per il mondo dell’istruzione e quali istituti potranno concretamente accedere ai fondi?
“Per quanto riguarda gli asili nido va fatta una precisazione: non rientrano tra le competenze dell’assessorato all’Istruzione, ma rientrano tra quelle dell’assessorato alla Famiglia. Ai fondi potranno accedere tutti gli istituti scolastici statali di ogni ordine e grado, così come gli enti di formazione accreditati dalla Regione Siciliana. Gli interventi prioritari riguardano la didattica innovativa, la parità di genere, il contrasto alle dipendenze e al bullismo, in linea con le attività già avviate nelle scuole siciliane in questi anni con alcuni progetti come ad esempio “Arte di ogni genere”, “@Lab_School. Azioni a contrasto e prevenzione della dipendenza” e i percorsi di eduzione alla legalità. Inoltre, a questo si aggiungano attività formativa che rispondano alle esigenze del sistema produttivo siciliano, così da trasformare i percorsi di formazione professionale in un asse strategico per l’inserimento nel mercato del lavoro, con particolare riguardo all’occupazione femminile e dunque anche all’inserimento delle donne disoccupate nel mondo del lavoro“.
Secondo lei, qual è oggi la principale sfida per il sistema scolastico siciliano e in che misura questo incremento di risorse potrà contribuire ad affrontarla?
“Per la Sicilia, la sfida principale è abbattere dispersione scolastica e povertà educativa. A mio avviso, occorre puntare su un’offerta formativa al passo con i tempi, capace di coniugare tradizione e innovazione. Per questo ho deciso di stanziare oltre 10 milioni di euro per il finanziamento delle aule immersive da realizzare nelle scuole elementari e medie. L’obiettivo è promuovere ambienti di apprendimento innovativi e interattivi e potenziare modelli educativi basati sulla didattica immersiva“.
I cittadini spesso lamentano che i fondi europei e nazionali non abbiano un impatto visibile e tangibile sulla loro vita. Come risponde a chi teme che anche questa riprogrammazione rimanga solo sulla carta?
“Per quel che riguarda l’assessorato regionale all’Istruzione e Formazione, sono stati spesi e destinati al miglioramento del sistema scolastico tutti i fondi Poc assegnati. Le nuove risorse saranno investite per elevare l’offerta didattica, come detto in precedenza. Ad esempio, l’Assessorato con risorse provenienti da altre fonti di finanziamento, mi riferisco al Fesr in questo caso, ha destinato 53 milioni di euro alla riqualificazione degli edifici e degli spazi comuni per realizzare palestre, mense, laboratori, auditorium, biblioteche. Si tratta di interventi concreti che migliorano la vita degli studenti e l’offerta didattica. A questo si aggiunge la circolare pubblicata pochi giorni fa, che rientra nelle attività programmate annualmente per andare incontro alle necessità degli istituti, che ha destinato 3 milioni di euro per interventi di manutenzione straordinaria nelle scuole. Questa misura consentirà di ottenere un finanziamento di 40 mila euro per ciascun progetto. Io credo che investire su interventi di questo tipo consente di migliorare con i fatti la qualità dell’offerta formativa e la vita scolastica“.
Infine, quali risultati concreti si aspetta di ottenere da qui alla fine della programmazione e come sarà monitorato l’impatto di questi fondi sul territorio siciliano?
“I risultati che auspichiamo riguardano misure di contrasto alla dispersione scolastica, alla povertà educativa, di contrasto al bullismo, alle dipendenze, al rispetto delle differenze e al contrasto di ogni genere di violenza ed in particolare ai fenomeni legati alla violenza sulle donne. Per quanto riguarda le attività di monitoraggio, saranno impiegati gli stessi strumenti già in uso, per monitorare l’andamento della spesa e l’avanzamento delle attività, previsti per le risorse comunitarie“.