La Sicilia terra di bellezze culturali, naturalistiche e culinarie, ricca di arte e storia si è sempre contraddistinta, e continua a farlo, per il suo turismo.
Come nel 2023, anche il 2024 è risultato essere la stagione trainata da stranieri. I dati parlano, abbiamo avuto nel complesso una presenza degli stranieri del 54,9%, con un aumento dell’11,2% rispetto al dato del 2023, nei periodi di bassa ma anche di alta stagione. Un territorio scelto fra le altre cose per il suo clima, è stato caratterizzato dalla forte presenza di francesi e tedeschi, americani, britannici e polacchi.
I turisti che tutto l’anno popolano la nostra Isola dove alloggiano?
I dati sono lampanti, i numeri delle strutture alberghiere e extralberghiere ci danno un quadro molto chiaro di come sono stati gli ultimi due anni. Secondo i dati dell’Osservatorio turistico e dello sport, la Consistenza ricettiva Sicilia mostra come i numeri di esercizi e posti letto degli anni 2023-24 (fino al 31 dicembre), hanno subito un leggerissimo aumento per ciò che riguarda gli hotel. Una variazione poco rilevante, dello 0,7%, un primo dato che fa sicuramente storcere il naso.
La Sicilia che durante la Bit di Milano si è confermata essere la destinazione turistica di eccellenza del 2024, conquistando, tra l’altro, l’Oscar del Turismo, come migliore destinazione italiana, si è trovata ad essere, il mese scorso, la protagonista degli Stati Generali del Turismo di lusso, apprestandosi a diventare il centro del dibattito internazionale sulle sfide e opportunità del turismo di lusso e sostenibile. Un encomio di non poca importanza. La Regione infatti è in continua evoluzione e mira sempre alla diversificazione dell’offerta turistica, all’allungamento della stagione turistica attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale, artistico, enogastronomico e delle tradizioni locali. Parliamo di una percentuale molto bassa per una regione che vive soprattutto di turismo.
Anche i numeri dei posti letto sono aumentati leggermente, solo lo 0,6%, una percentuale negativa, del -11,9%, che riguarda gli hotel a 5 stelle.
Ciò che invece salta all’occhio è il progressivo aumento del numero degli esercizi extralberghieri.
Mantenendo l’andamento degli anni scorsi (clicca qui), in Sicilia spiccano le presenze dei turisti negli alloggi privati (34,3%), negli ostelli per la gioventù (15,0%) e negli alloggi in affitto che vengono gestiti in forma imprenditoriale (11,1%).
In totale una variazione in percentuale del 28,8% tra l’anno 2023 e il 2024. Un trend positivo che riguarda anche i porti letto, con una percentuale del 20,9%, che interessa maggiormente gli ostelli per la gioventù (54,9%) e gli alloggi privati (31,6%).
Un mercato extralberghiero di punta, con una percentuale di crescita totale del 27,7%.

Negli ultimi anni, riconosce l’assessore regionale al Turismo, Elvira Amata, si è passati alla scelta di queste strutture ricettive, incremento collegato al cambiamento del modo di viaggiare dei turisti, alla loro voglia di immergersi nella natura, nelle tradizioni e nella cultura. Vivere il famoso turismo lento e esperienziale, si prediligono per questo le piccole strutture dove si ha la possibilità di stare a contatto con il proprietario, quindi la possibilità di conoscere realmente e vivere il luogo anche dal punto di vista enogastronomico.
“Vivere la città ma soprattutto i piccoli borghi, dove si dirigono di più i viaggiatori. Il turismo è cambiato in questo senso. Turismo sostenibile, da non vedere solo dal punto di vista ambientale ma nel desiderio della socializzazione“.
Turista che diventa viaggiatore che ha voglia di scoprire, più dinamico e conoscitore della tradizione e di altre culture.
“Stiamo continuando a monitorare certe scelte, da qui nasce anche il bando sulle strutture ricettive con la possibilità di ristrutturarle, un bando aperto a tutto il mercato, in esenzione e in ‘de minimis’, quest’ultimo per le piccole strutture. Immagino la possibilità di migliorare queste piccole strutture, con premialità per le zone rurali con una minore recettività turistica“.
Migliorando la qualità dell’accoglienza della struttura, aumenta anche l’individuazione della struttura stessa.
Cosa ne pensano gli operatori turistici? Come questi numeri si riflettono sull’economia della nostra Isola?
“Il turismo extralberghiero ha preso campo moltissimo in questi ultimi anni“, ci dice Alessandro Anello, assessore al Turismo del Comune di Palermo. “In città sono cresciute moltissime le strutture di questo tipo, case vacanze, locazioni turistiche brevi, affitta camere. Tutto questo ha generato un aumento di posti letto importante, che ha consentito l’aumento di flusso di turismo in entrata a Palermo e di questo noi ne siamo molto contenti”. Nel centro storico di Palermo si è cercato di organizzare il comparto dando delle indicazioni in linea con la nuova normativa Nazionale. Targhe da affiggere fuori dalle strutture con il nome e il numero di Cin, eliminare le key box su suolo pubblico, “e stiamo cercando di riorganizzare tutto il comparto con la possibilità di avere un censimento completo delle strutture presenti sia in centro storico che in tutta la città“.
Più turisti in città, più economia. “Si sono verificati aumenti degli incassi da parte di tutte le strutture non solo ricettive ma di tutte le attività, quindi ristoranti e locali“.

Giuseppe Rosano, presidente di Noi albergatori Siracusa, conferma ciò che dicono i numeri. “Le strutture extralberghiere quali b&b, case vacanze e affitti brevi sono cresciute in maniera esponenziale, questo è un dato di fatto”. Parliamo del 98%, circa 3.367 a Siracusa. La cosa che sicuramente viene fuori è che come presenze e pernottamenti, i numeri massimi vengono registrati negli alberghi che fanno il 61% mentre l’extralberghiero ne fa 39% .
Come mai questa discordanza?
“Una vera e propria dicotomia“, afferma Rosano. Il numero di pernottamenti degli alberghi negli anni è rimasto invariato, ma come dicono i numeri, ciò che è aumentato in maniera esponenziale sono i pernottamenti nelle strutture extralberghiere. La causa principale è l’avvento del Cin, il codice univoco nazionale assegnato ad ogni struttura ricettiva che serve a identificarla in modo chiaro e trasparente, a tracciare le attività ricettive e assicurare che siano in regola, favorendo controllo, trasparenza e monitoraggio di tutto il settore turistico.
Sono tanti gli alloggi ‘abusivi’ scovati a non essere in regola solo nel dicembre dello scorso anno in tutta la nostra Isola. Una normativa che ad oggi è diventata obbligatoria, “ecco che tutte queste strutture sono uscite allo scoperto“. Un numero che c’era anche prima ma nessuno conosceva.
Sono previste, infatti, sanzioni regionali o statali per chi affitta in “nero” e non rispetta i requisiti di sicurezza, che in caso di assenza dei rilevatori e degli estintori, la sanzione pecuniaria va da 600 a 6000 euro per violazione accertata.
Ecco che, solo a questo punto, la situazione si ribalta. “Almeno a Siracusa – aggiunge Rosano – continuiamo ad avere la maggior parte delle presenze in albergo (il 61%) contro il 39% che preferisce altri tipi di alloggi. Un milione e 200 mila presenze in totale nel 2024″.
Un numero sicuramente spaventoso che ha allarmato gli albergatori ma che in realtà è tutto dovuto a questo. “Un trend che continuerà anche nel 2025, continueremo ad elaborare i dati che riguardano Siracusa“.

“Un problema siciliano, ma che è un problema di tutta l’Italia e soprattutto del Mezzogiorno, è che con l’avvento del Cir (Codice identificativo regionale), identificato prima il regionale nel 2023 e poi il Cin, quello nazionale, sono venute fuori tutta una serie di strutture ricettive ex alberghiere che prima ufficialmente non c’erano“. Allo stesso modo Francesco Randone, vicepresidente di Federalberghi Palermo, pone l’attenzione sul secondo polo turistico nell’Isola, Cefalù, perla del Mediterraneo, che si apre ai turisti stranieri e soprattutto europei.
Una situazione che si rifà a tutte le province dell’Isola, che non lascia spazio ad alcun dubbio. La motivazione è la regolamentazione di tali alloggi, quali soprattutto i cosiddetti alloggi privati, affitta camere, affitti brevi o vere e proprie case in affitto che hanno avuto un incremento, soltanto perché prima non subivano nessun obbligo. “Dal 2023 non si possono più affittare le camere online senza un numero autorizzato“.
Il cambio passo è dovuto al 90% a questo, poi un leggero incremento è dato dalla presenza di più passeggeri sugli aerei, ovvero al numero di turisti. “Ma di fatto l’aumento delle presenze reale è del 4-5%, il resto è tutta emersione che sta venendo fuori“.
A livello economico? “E’ un grande vantaggio per lo Stato, perché queste strutture oggi pagano l’Iva, la commissione alle Ota, pagano le tasse, la tassa di soggiorno che prima molto probabilmente pagavano molto meno o non pagavano proprio“.
A Cefalù è aumentato notevolmente anche l’incremento della tassa di soggiorno, 50 centesimi in più, perché molte strutture adesso sono registrate.
“Le destinazioni sono pronte a ricevere i turisti?” E’ un quesito che Randone si pone in merito alla condizione degli alberghi in Sicilia. La maggior parte delle volte, e nella maggior parte degli alloggi, le condizioni sanitarie e strutturali non sono all’altezza di ‘accogliere’ un certo target. E’ importante per le strutture ricettive adeguarsi ad un mercato sempre più all’avanguardia. Infatti, sottolinea, che è fondamentale continuare a lavorare per garantire al meglio gli standard qualitativi dei servizi e delle varie offerte turistiche, con un piano di programmazione a medio e lungo termine. Gli investimenti devono puntare all’innovazione per mettere il turista nelle condizioni di usufruire dei servizi di eccellenza.
Dunque, la sfida da cogliere non è soltanto quella di aumentare la percentuale dei visitatori, l’obiettivo è molto più ambizioso e consiste nel concretizzare un piano con una fitta programmazione di spesa sul territorio, soprattutto dal punto di vista delle infrastrutture, un cambio di rotta che persiste sa oltre 50 anni.
Un piano economico con una ampia offerta turistica in grado di soddisfare le richieste dei vacanzieri sempre più esigenti e alla ricerca di servizi efficienti.
La Sicilia è tutta a vocazione turistica, abbiamo tanti vantaggi che vanno dal patrimonio naturalistico a quello gastronomico, ma è necessario utilizzare appositi strumenti per fare della nostra Isola una meta sempre più competitiva rispetto alle altre destinazioni. “Dovrebbe esserci una vivibilità all’interno della città che non sia un caos, ma una destinazione turistica come Amalfi, come Sorrento o come altre destinazioni fuori dall’Italia“.

Partendo dal presupposto che negli ultimi anni c’è stato un notevole calo della popolazione in Sicilia, abbiamo avuto un boom in tutte le città principali di alloggi di questo tipo, quali b&b, affittacamere e alloggi per vacanze. La semplificazione burocratica in questi termini si è rivelata una scelta sbagliata per quelle famiglie che, lasciando le abitazioni ai figli, si sono trovati questi luoghi sfitti, e quindi si è deciso di ‘utilizzarli‘ in qualche maniera. Pietro Franza, presidente Sicindustria di Messina afferma che “si è creato dunque un mercato immobiliare che ha deciso di trasformare l’appartamento in un alloggio per vacanze. Questo ha consentito di convertire un costo in una nuova opportunità di ricavo. Naturalmente questo ha dato dei benefici a chi ha investito, ma anche alla città, perché sicuramente ha dato la possibilità, a basso costo, di poter fare arrivare più turisti, più persone interessate a passare le vacanze in città”.
Dall’altro il fenomeno è stato anche negativo, perché tutto ciò questo è stato fatto in maniera anche molto rocambolesca, in nero, senza comunicazioni ufficiali alle autorità e ai Comuni. “Infatti ancora la maggior parte di questi non pagano imposte di soggiorno”. Nasce da qui la normativa per evitare il lavoro in nero. Una grande esplosione di attività che garantisce la legalità.
Il fenomeno per città come Messina è molto interessante, assolutamente positiva. Da spazio a questo tipo di sviluppi, più turisti, più presenze in città, più gente nei ristoranti, nei musei. “Adesso col Cin e Cir è bastato ai Comuni oppure alla guardia di finanza andarsi a controllare tutte le pubblicità su Booking, su Airbnb per scoprire tanto di queste che non erano ancora emerse. Probabilmente già esistevano e stanno emergendo oggi“.
La maggior parte delle città siciliane ‘subiscono’ questo andamento e ne soffrono terribilmente. Città prettamente balneari che si ritrovano ad avere numeri ancora più bassi nei periodi invernali.

Una situazione che non interessa sicuramente Taormina, visitata tutti i mesi dell’anno, che si trova a registrare numerose presenze soprattutto negli hotel a 5 stelle. Taormina nel 2023 ha fatto 1 milione 385mila presenze e 1 milione e 367mila nel 2024. Da una rilevazione realizzata dall’associazione albergatori, della quale fa parte Gerardo Schuler che si trova alla presidenza dello storico sodalizio dell’ospitalità in quelle che è per eccellenza la capitale del turismo siciliano, è venuto fuori che i posti letto alberghieri ed extralberghieri si equivalgono, sono circa 7 mila in ognuna delle due tipologie. Se andiamo alla statistica “Presenze per tipi di esercizi” vediamo come nel 2024 la maggior parte dei pernottamenti sono in esercizi a 4 stelle, seguiti dagli esercizi a 5 stelle, come numero di clienti soggiornanti. Se consideriamo il totale degli esercizi complementari, ovvero affittacamere, campeggi, villaggi turistici e altre aziende ricettive delle quali fanno parte gli affitti brevi e le locazioni brevi, si muovono anche loro al secondo posto in quanto hanno registrato 216 mila presenze, su un totale di 1 milione e 367 quindi, se prendiamo questa cifra risultano il 16% delle presenze a Taormina.
Nello specifico, considerando la permanenza media e il numero delle presenze, se guardiamo i soggiorni medi si equivalgono, sono più alti solo nelle categorie 4 e 5 stelle, dove arriviamo a 3,2 /3,3 giorni di pernottamenti, mentre nell’extralberghiero il soggiorno medio è leggermente più breve e stiamo parlando di, a seconda della categoria, di una media di 3 pernottamenti, che in genere invece sono 2 giorni e mezzo perché la statistica viene tenuta alta dagli alloggi agro-turistici dove invece i soggiorni sono di media 5 giorni.
Contrariamente da ciò che dicono i numeri “clienti scelgono gli hotel a Taormina, perché si tratta della capitale del turismo siciliano, e quindi la città più rappresentativa”, commenta Schuler. “Parlando di apporto economico le percentuali diminuiscono ulteriormente, in quanto in genere la struttura extralberghiera vende delle tariffe più basse, non avendo quelli che sono i servizi complementari come il portiere di notte, come i valletti, come il servizio bar“. Apporto economico che si aggira sotto il 10%.
Una città che va controcorrente.
Dunque, il quadro su Taormina è questo, il 16% sono pernottamenti in strutture extra alberghiere, e il restante 84% dei pernottamenti, quindi la stragrande maggioranza dei clienti che vengono a Taormina, preferiscono gli hotel.
“E’ indubbio il fatto che una piccola fetta di turisti vada a cercare l’offerta, perché va in vacanza d’estate e per volere risparmiare si cerca la struttura extralberghiera, ma andare in periodi di bassa stagione comporta una casa umida, che non è stata abitata per molto tempo e poco riscaldata“, in questi periodi dell’anno ‘conviene’ soggiornare il albergo, una struttura che ha tanti vantaggi.
Una regolamentazione che ha fatto scattare come una molla le attività ricettive extralberghiere, adesso come mai prima d’ora.
E’ indubbio che la nostra Sicilia, che continua a crescere e a guardare ai mercati internazionali, si trova ad essere un territorio ricco di opportunità. E il 2025 si preannuncia, peraltro, a rappresentare indubbiamente un ulteriore attrattore turistico.