La Sicilia si conferma sempre di più meta di attrazione turistica. Dalle città d’arte ai piccoli borghi marinari fino alle aree interne, i flussi turistici hanno allargato i propri orizzonti e imparato ad apprezzare l’Isola in tutte le sue sfaccettature. Su questa linea sembra essere orientata anche l’azione della Regione, che anche nella prossima Finanziaria si impegnerà a finanziare la promozione delle attività turistiche, senza trascurare le moderne sfide della sostenibilità, dell’overtourism, della digitalizzazione e della destagionalizzazione.
Numeri in costante crescita ed è possibile notarlo anche solo osservando i dati di una fetta del comparto: quelli dell’extralberghiero, cioè b&b, case vacanza, agriturismi, camping, glamping e boat and breakfast. In Sicilia si contano centoventimila posti letto dichiarati, con un fatturato che supera i seicento milioni di euro l’anno e oltre 4,5 milioni di pernottamenti.
Un’importante traino per l’economia, ma “il far west del web“ rischia di mandare in fumo diversi milioni di introiti. Su quest’aspetto ha fatto il punto anche la presidente di Confesercenti Patrizia De Luise: “Non abbiano nulla da dire sulle vendite online, anche le nostre imprese utilizzano questi canali, ma ci sono dei player forti che qui consumano il territorio e portano altrove i profitti. Così ci rimettiamo tutti, imprese e cittadini, perché le casse del nostro Paese sono sempre più vuote, non ci sono soldi per la sanità, la scuola, i trasporti, senza considerare che queste risorse potrebbero essere messe in un fondo per la rigenerazione urbana, e contribuire a rendere i territori più attrattivi e più facile la vita delle nostre imprese“.
Negli ultimi anni, come ogni settore, anche il turismo ha usufruito dell’arma a doppio taglio del web. Se da un lato l’avvento di internet ha permesso di agevolare i viaggiatori, con prenotazioni veloci e alla portata di tutti in qualsiasi momento, dall’altro ha favorito l’espansione di una concorrenza spesso sleale, che ha penalizzato alcuni dei lavoratori del settore, ormai “monopolizzato” dalle grandi piattaforme online.
Su questo aspetto la presidente De Luise ha acceso i riflettori, rilanciando l’idea di una tassa turistica aggiuntiva sull’online dalla quale poter ricavare risorse da destinare a chi vive da vicino il territorio e porta avanti, anche da anni e da generazioni, la promozione dei prodotti locali e di tutte le specialità e le eccellenze autoctone: “Cento milioni previsti nell’ultima manovra finanziaria per il turismo sono una buona cosa, ma serve uno sforzo in più. E le risorse potrebbero essere trovate anche con una tassa turistica sull’online per queste grandi piattaforme che consumano il territorio e ci fanno concorrenza sleale“.
Ma una tassa aggiuntiva sull’online basterà per tutelare le piccole attività e trovare così un giusto compromesso?