In Sicilia ci sono più nomi di candidati che schieramenti politici. Se tutti coloro che hanno manifestato la propria disponibilità a candidarsi a presidente della Regione lo facessero realmente e alla fine alla conta dei voti dentro le urne vincesse il più votato, a questo punto sarebbe più normale. E invece, tutti, dal centro, al centrodestra, al centrosinistra, sono in attesa di capire quale sarà la quadra finale e soprattutto, se ci sarà: e così, in queste settimane è tutto un lavorio di diplomazie, di conferme e smentite, su chi dovranno essere alla fine i candidati ufficiali da contrapporre al Movimento 5 stelle, dato fino ad ora per favorito.
E così, nel frattempo, i papabili ci provano e si presentano all’elettorato. Coloro che si fanno avanti illustrano programmi e idee (nel migliore dei casi). Lo ha fatto da tempo Nello Musumeci con la sua #diventeràBellissima, che da un paio d’anni è in corsa, raccogliendo nel tempo il consenso di sindaci e comitati civici. In suo favore la Meloni e un po’ di vecchi colonnelli della fu Alleanza nazionale, che stanno provando a riaccendere la fiamma, sepolta anni fa sotto le ceneri funebri dello scomparso partito di Fini, che finì mestamente la sua storia nel supermercato del berlusconismo targato Pdl.
Poi è toccato all’ex rettore Roberto Lagalla, che un paio di mesi fa ha presentato “Idea Sicilia”, cercando di coagulare attorno a sé un pezzo di società civile, fra imprenditori, docenti e professionisti.
Quindi è stato il turno di Crocetta, che ha presentato il simbolo con il quale presumibilmente correrà nuovamente per Palazzo d’Orleans, o almeno con il quale spera di correre nell’attesa che il centrosinistra e il Pd diano un segnale di vita (difficile di questi tempi). Poi, ecco che in quello stesso schieramento è entrato in campo un po’ a gamba tesa Leoluca Orlando che, a dire il vero, non ha presentato alcun progetto (se non nominalmente, invitando a ripetere l’esperienza del cartello che lo ha fatto vincere a Palermo) ma soltanto il nome dell’attuale rettore di Palermo, Fabrizio Micari. Fino ad ora il risultato dell’attivismo orlandiano sono state la benedizione di Davide Faraone e la mezza benedizione di Angelino Alfano, ancora in attesa di capire se gli conviene presentarsi con il centrodestra o col centrosinistra. Un po’ pochino a dire il vero.
Per non parlare di Ottavio Navarra, che da tempo sta raccogliendo attorno a sé un cartello di forze della sinistra, mentre è degli ultimi giorni il nome di Corradino Mineo, che piacerebbe a Mdp e ad altri soggetti a sinistra del Pd. E poi ci sono gli altri candidati, indipendentisti o sicilianisti come La Rosa e Busalacchi, pronti a sventolare il vessillo giallorosso con la Trinacria nazionale al centro. Insomma, chi più ne ha più ne metta.
Lunedì 28 agosto sarà la volta di Gaetano Armao, che da qualche tempo ha dato vita al Movimento ‘SicilianIndignati’, che proviene dall’esperienza del suo “Sicilia Nazione” e che sarà presentato ufficialmente a Palermo, alle 18, al Grand Hotel Wagner. Il docente universitario presenterà il ‘Manifesto per il Futuro della Sicilia’, il documento programmatico di ‘SicilianIndignati’. In questa occasione, il leader del movimento illustrerà i principi e le azioni presenti nel Manifesto. “Sarà l’occasione – ha spiegato Armao – per presentare ai palermitani la proposta politica dei Sicilianindignati, perché non basta lamentarsi di fronte ai drammatici problemi dell’Isola – aggravati dal governo di Rosario Crocetta e favoriti dall’opposizione di carta dei 5 Stelle – ma occorre attivarsi per risolverli con competenza”.
E intanto, sempre lunedì il candidato del Movimento 5 stelle, Giancarlo Cancelleri (incoronato a luglio dal voto dei pentastellati siciliani), chiuderà il proprio tour estivo #aTuttaSicilia con una passeggiata pomeridiana per le strade del centro storico di Bagheria e con un comizio in piazza alle 21 a Termini Imerese. Insieme a lui, il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, e Alessandro Di Battista. Un tour, che in un mese ha toccato tantissimi paesi siciliani, facendo registrare un po’ dappertutto piazze affollate. L’ultima, ieri sera ad Alcamo Marina. Tra le frasi che sono risuonate dal palco alcamese, Cancelleri ha sottolineato che lui e il Movimento pentastellato sono in campo da tempo con uomini e programmi, ma che attualmente non c’è alcuno sfidante. Vero, verissimo… O forse, di sfidanti, di “candidati anti 5 stelle”, ce ne sono fin troppi, per un unico posto da governatore siciliano.