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C’è una luce diversa negli occhi di questi 12 detenuti del carcere Ucciardone di Palermo. Una luce di riscatto e voglia di reinserimento sociale. Voglia di gettare indietro gli errori del passato per rifarsi una nuova vita. Da qui muove le mosse il progetto “Mi riscatto per Palermo”, promosso dal DAP (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) e dal Comune di Palermo.
«Un modo per applicare concretamente la funzione rieducativa del carcere, tramite il lavoro socialmente utile», sostiene la direttrice della casa circondariale, Rita Barbera. Insieme a lei, presenti oggi anche il sindaco Leoluca Orlando, il Capo Area del settore Verde Urbano Domenico Musacchia e il Garante regionale dei detenuti Giovanni Fiandaca.
I dodici detenuti selezionati si occuperanno della cura del verde urbano di Palermo e «grazie ai fondi della Cassa Ammende – spiega la Direttrice – riceveranno anche un piccolo gettone economico di circa 300 euro. Un modo anche per incentivare il loro sforzo lavorativo».
«Un’iniziativa lodevole – ha aggiunto Fiandaca – perché è importante il lavoro di pubblica utilità. Nel 2018 solo il 32% dei detenuti ha prestato questo tipo di lavoro; mentre i due terzi no. L’attività lavorativa dei detenuti siciliani è pari al 17,6%; un dato più basso della media nazionale che è del 25%. C’è ancora molto da fare, ma questa è la strada giusta».
Il progetto “Mi riscatto per Palermo” prevede che questo primo gruppo di 12 detenuti (e poi gradualmente fino a 50), sia impegnato in attività di manutenzione ordinaria e straordinaria di aree verdi della città.
«Un primo intervento sarà realizzato nell’area verde dell’Ospedale Militare e poi – ha spiegato il sindaco Orlando – una volta che il gruppo avrà maturato adeguata esperienza, è previsto che a partire da maggio gli interventi siano realizzati a Monte Pellegrino e lungo la foce e il corso del fiume Oreto. Ulteriori interventi, anche in sinergia con la RAP, saranno valutati nelle prossime settimane con particolare riferimento alla possibilità di intervento per la rimozione delle discariche abusive».
Ma non solo nuovi giardinieri e curatori del verde urbano. Altri 10 detenuti sono stati formati come sarti da una grossa azienda siciliana di un borgo dei Nebrodi. Si tratta della Sartoria San Lorenzo di San Marco D’Alunzio, piccolo e suggestivo borgo in provincia di Messina.
L’imprenditore Filippo Miracula insieme al figlio Emanuele si occupano della progettazione e realizzazione di capi di abbigliamento per le migliori griffe mondiali: da Armani, Zegna, Louis Vuitton, Dior, fino a importanti brand giapponesi della moda.
L’azienda, che conta circa 300 dipendenti nella sede “madre”, ne ha altri 600 sparsi nell’Isola. Negli ultimi 5 mesi hanno portato apparecchiature, tessuti, macchinari e formatori dentro l’Ucciardone. Così per dieci detenuti si sono aperte nuove porte. «Se ci sarà la possibilità e se qualcuno emergerà per talento, saremo pronti ad assumere», dicono dall’azienda.