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Ucraina, il bombardamento della centrale nucleare fa tremare il mondo

venerdì 4 Marzo 2022

L’Europa e il mondo spinti da Putin letteralmente sull’orlo dell’inferno nucleare. Washington, Londra, Roma e tutte le capitali hanno trattenuto davvero il fiato la notte scorsa per il terrore che in Ucraina il bombardamento russo sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, potesse provocare un disastro di inimmaginabili dimensioni, infinite volte peggiore della catastrofe di Chernobyl. Nonostante i ripetuti allarmi lanciati dall’Aiea, Agenzia internazionale per l’energia atomica, le segnalazioni delle autorità della zona e l’apprensione della stessa popolazione locale che ha tentato di interporsi come scudo umano a tutela della centrale atomica, le truppe d’invasione russe hanno bersagliato gli impianti con tiri d’artiglieria e di mitragliatrici pesanti da tutte le parti, provocando un incendio.

Le fiamme hanno interessato le strutture esterne, ma rischiavano di estendersi anche alla zona dei sei reattori nucleari della centrale. Ci sono voluti diversi appelli ed interventi ai più alti livelli prima che cessassero i colpi d’artiglieria e le raffiche di mitra dei reparti russi che impedivano l’intervento dei vigili del fuoco. All’alba le fiamme sono state spente e gli esperti hanno potuto constatare che la zona dei reattori non ha riportato danneggiamenti e intralci alla funzionalità. La notte di terrore che secondo la stampa internazionale e i commentatori di tutto il mondo ha rischiato di trasformare Putin in un novello Nerone nucleare del pianeta, ha fatto ulteriormente constatare quanto l’intera situazione Ucraina stia precipitando e sia in bilico su un baratro. Estremamente preoccupati si sono detti il Presidente Usa Joe Biden, che ha parlato al telefono con il leader ucraino, Volodymyr Zelensky, e il premier britannico Boris Johnson, che dopo aver telefonato anche lui a Zelensky ha chiesto la convocazione urgente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

Appena 48 ore addietro il Direttore generale dell’Aiea, Rafael Grossi, aveva lanciato l’allarme sui pericoli di bombardamenti e scontri armati nei pressi delle 4 centrali nucleari operative dell’Ucraina in cui sono installati un totale di 16 reattori: 4 a Rivne, a ovest di Kiev, 2 a Khmelnitskiy, a sudovest, 4 a Sud Ucraina e 6 a Zaporizhzhe, ai confini meridionali della regione del Donbass. Oltre a quelle operative in Ucraina vi sono anche altre 4 centrali atomiche dismesse, fra cui l’impianto di Chernobyl, teatro nel 1986 del peggior disastro nucleare del mondo.

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