Si profila un inizio d’anno travagliato per i dipendenti dell’Unicredit in Sicilia. Partiranno il 10 gennaio a Milano le trattative tra azienda e sindacati sul piano industriale di Unicredit che nell’Isola ha calcolato circa 500 esuberi, un numero che ammonta al 15% del totale degli esuberi su scala nazionale pari a 3.900 unità. Nell’Isola Unicredit conta 4.000 dipendenti e 360 filiali.
Ad esprimere preoccupazione per il destino dei bancari del Sud e soprattutto per quelli siciliani Gabriele Urzì, della segreteria Nazionale First del gruppo Unicredit, secondo cui “la trattativa sarà complessa, in particolare per la Sicilia. Parlare di trasformazione del modello di banca con modelli di business sempre più specializzati, servizi personalizzati, coordinamento più snello, canali di vendita più focalizzati, razionalizzazione di processi e migrazione verso canali evoluti, non basta e non tranquillizza”.
Il momento di difficoltà di Unicredit è confermato dalle prossime scadenze dell’assemblea straordinaria degli azionisti che il 12 gennaio dovrà decidere su un aumento di capitale di 13 miliardi di euro, come previsto dal “Piano di Trasformazione 2009”, che secondo l’azienda dovrebbe apportare un sostanziale miglioramento della struttura di capitale del gruppo. Di contro non è previsto alcun pagamento di dividendi per il 2016, con una politica di distribuzione dei dividendi cash per gli anni successivi del 20-50%.
“Il piano industriale di Unicredit prevede ulteriori 6.500 esuberi entro il 2019 – spiega Urzì – per un totale di circa 14 mila unità nei prossimi due anni. In Italia i nuovi esuberi sono 3.900, si aggiungono ad altri 5.600 del vecchio piano industriale per un totale di 9.400. Il nuovo piano prevede la chiusura anche di 800 filiali. In pratica Unicredit chiuderà nel nostro Paese una filiale su quattro”.