La consueta girandola dei colori delle regioni italiane colpisce ancora. Sembra di guardare dentro un caleidoscopio nel quale le forme ed i colori cambiano ad ogni movimento dell’oggetto. Si può o si potrebbe fare diversamente? Non ho competenze in materia e mi limito ad osservare quello che sta accadendo, penso però con convinzione che l’unica possibilità che esiste per cercare di uscire dalla situazione attuale, stia nella somministrazione dei vaccini ed in questo sono confortato dalle opinioni di quanti fanno della scienza vera, non di quella televisiva, la ragione della loro vita.
Ieri l’altro, la signora Von der Leyen narrava che la comunità europea acquisirà altre 300 milioni di dosi mentre si prevede anche un prodotto tutto italiano di cui si avranno 100 milioni di dosi entro settembre e si apprende che la Pfizer si appresterebbe a recuperare il tempo perso sulle consegne ma, di certo, fornisce 1.7 milioni di dosi al giorno agli Stati Uniti. Ma l’elemento centrale di tutta la questione sta nelle date: si è parlato di marzo 2021 che però è già arrivato; poi di giugno mentre già si ipotizza di settembre. In sostanza nessuna data ma, solo dichiarazioni che somigliano molto a quelle dei ciarlatani di piazza di antica memoria, a fronte di morti e contagiati che sono realtà.
Unico dato certo riguarda il numero attuale di vaccinati in Italia. Solo 1,3 milioni hanno ricevuto le dosi previste per l’immunità, mentre appare sempre più chiaro che questi trattamenti si stanno dimostrando efficaci, forse al di là delle previsioni. Se però facciamo qualche conteggio elementare possiamo valutare che occorrerà, con questo ritmo, circa un anno e mezzo per intervenire sui 2/3 degli italiani. Allora non ci resta che guardare con stupore e rabbia al fallimento dell’approccio europeo per la fornitura dei farmaci. Contratti misteriosi, scadenze mai rispettate, quantitativi insufficienti, una sorta di terrorismo politico ideologico per cui nessun paese UE può cercare di rifornirsi autonomamente sul mercato ed immunizzare per questa via i suoi cittadini, quasi che commettesse un reato di lesa maestà. Non abbiamo i vaccini ma dovremmo avere le costosissime primule mentre gli apparati dell’esercito e della protezione civile nazionali e regionali sono pronti per effettuare il lavoro che, dove gli è consentito, svolgono egregiamente.
La Sicilia, pur con le sue storiche carenze si sta dimostrando, in questo frangente, straordinariamente efficiente ed è all’avanguardia in Italia per numero di tamponi effettuati. I centri di vaccinazione sono pronti, i medici e gli infermieri pure ma, semplicemente, mancano i vaccini come in altre regioni che attendono gli eventi. Quasi a volere giustificare queste difficoltà di approvvigionamento viene intanto fuori l’argomento che i l’UE avrebbe acquistato i vaccini ad un prezzo particolarmente conveniente rispetto al costo sostenuto da altri paesi. Ma, è uno scherzo? La vita di un uomo la vogliamo salvaguardare in base allo sconto che che ci viene fatto su un farmaco? E se costasse non due, ma 10 o 20 euro faremmo morire la gente per risparmiare? E se anche lo si proponesse a pagamento, salvaguardando le fasce deboli, crediamo che la gente non lo acquisterebbe?
Ed allora cara signora Von der Leyen e signori responsabili nazionali con in testa il signor Arcuri, protagonista per parte italiana del fallimento europeo nella fornitura dei vaccini, possiamo dire solo una cosa: acquistate i vaccini: dovunque ed a qualunque prezzo perché siamo stanchi di ascoltare previsioni, di vedere poche fiale ed ancora tanti contagiati e morti. Alla regione siciliana ed “in primis “ al presidente Musumeci va rivolto l’invito ad agire con durezza e determinazione. Presidente: faccia la voce grossa, svolga azioni clamorose, rovesci il tavolo ma cerchi di procurare i vaccini, in qualunque modo ed a qualunque prezzo , economico e politico, senza se e senza ma! Questo i siciliani si aspettano da uno di loro.