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Vaccinare tutti, vaccinare in fretta magari, in migliaia di “hub aziendali” in cui inoculare dosi di vaccino non solo ai lavoratori ma anche ai loro familiari. È questo il piano proposto alla Regione siciliana dalla Confapi– Confederazione italiana Piccola e Media Industria Privata- e da Sicindustria.
Un obiettivo difficile ma non impossibile da raggiungere per allargare la platea di immunizzati a circa un milione di persone. Al netto della disponibilità di dosi appare evidente che, senza un vero e proprio programma che acceleri la campagna di immunizzazione, la ripartenza economica del Paese, non potrà avviarsi.
Per questa ragione Confapi ha pensato a un protocollo da sottoporre al Governo nazionale e alle Regioni, replicando quanto sta accadendo in queste ore in Lombardia e Veneto. A spiegarlo, è il Presidente di Confapi Sicilia, Dhebora Mirabelli.
Da una prima mappatura delle aziende siciliane è emerso che oltre centoventimila realtà distribuite sul territorio, sarebbero favorevoli alla vaccinazione al loro interno. Disponibili anche i lavoratori che verrebbero vaccinati insieme alle famiglie.
Il protocollo ha già incontrato il parere favorevole dell’Assessore alle Attività Produttive Mimmo Turano con cui sono state vagliate le soluzioni pratiche, le modalità attuative. L’attesa adesso, è per la firma dell’accordo da parte dell’Assessore alla Salute, Ruggero Razza che avrebbe sciolto le riserve in merito.
“Le iniziali perplessità mosse da Razza – spiega Mirabelli – sarebbero state superate dal coinvolgimento nel programma delle Asp, motivo per cui nei prossimi giorni, dovrebbe arrivare il via libera definitivo”.
Ma cosa prevede il piano vaccini da somministrare all’interno delle aziende? Innanzitutto servirà mettere in campo diversi soggetti da coordinare: imprenditori, dipendenti, sindacati e medici del lavoro. In più, Confapi Sicilia ha siglato un accordo con i medici anestesisti in pensione che daranno supporto durante la campagna vaccinale. Così facendo le aziende diventerebbero una “bolla Covid free” in cui la somministrazione delle dosi di vaccino avverrebbero in maniera sicura e controllata.Si tratterebbe di vaccini autorizzati che non richiedono conservazioni a bassissime temperature e che possono essere somministrati dal medico competente all’interno di un’infermeria aziendale.
Qualora l’azienda non avesse un locale adeguato, le associazioni territoriali provvederebbero a trovare spazi idonei destinati anche a un numero più ampio di volontari diventando veri e propri hub di comunità. Assicurata poi la priorità sulla base dell’età e delle fragilità dei lavoratori prevista dal piano nazionale. I costi del piano, ricadrebbero interamente sulle aziende ma non si esclude la possibilità di ulteriori accordi e il ricorso ad altri professionisti oltre al medico competente.
“Occorrerebbe, sostiene Mirabelli, superare la dicotomia emergenza sanitaria ed economia replicando l’esperienza della Gran Bretagna. Dopo una rapida campagna di vaccinazione di massa, si stanno registrando infatti i primi decisivi segnali di una ripresa economica. L’importante- conclude il presidente di Confapi Sicilia- è approcciarsi con serenità alla vaccinazione nelle aziende, nel rispetto delle norme. Sappiamo quanto sia difficile proporre ulteriori chiusure e imporre sacrifici alle nostre attività produttive. Per questo siamo pronti a scendere in campo per aiutare sistema sanitario nazionale”.