L’ottimismo affiorato al momento del debutto in aula è durato meno di un battito di ali. Il percorso appena avviato a Sala d’Ercole del ddl sul riordino dei Consorzi di Bonifica rischia di trasformarsi fin da subito in salita.
La settimana all’Ars è stata inaugurata dalla conta degli emendamenti presentati dai deputati regionali per apportare modifiche e migliorie al testo. Ultimo termine valido è stato venerdì scorso. Se le prime notizie circa la copertura finanziaria avevano messo in dubbio il quieto vivere della norma, quelle che ne sono seguite sono certamente più amare. Sono infatti ben oltre 500 le proposte avanzate e al vaglio dell’Assemblea. Un numero davvero imponente e che potrebbe mettere un freno all’iter parlamentare. Stratagemmi dell’opposizione per bloccare la riforma? No. Questa volta i numerosi provvedimenti non sono mosse argute nate tra i banchi della minoranza. Diversi sarebbero infatti gli emendamenti presentati proprio dagli esponenti della maggioranza a sostegno del Governo Schifani.
Del resto, già anche alla vigilia, il risultato attuale era pronosticabile, trattandosi di una vera e propria rivoluzione attesa da oltre vent’anni. La materia è abbastanza complessa e delicata, soprattutto per quanto concerne la tutela, la riqualificazione e la stabilizzazione del personale. Senza grosse sorprese è proprio questo l’argomento più gettonato e contenuto all’interno delle modifiche avanzate. Ma non solo. Vi sono anche emendamenti sulla gestione delle strutture che dovranno nascere o sull’ampliamento del numero dei Consorzi. Elementi, però, quest’ultimi, che in realtà stravolgerebbero il volto della riforma.
Urge così l’esigenza di trovare una linea comune. Tra le fila del centrodestra sono così ripartite le interlocuzioni per trovare una sintesi quanto prima e che possa mettere tutti d’accordo. Inutile girarci intorno: attualmente non sussistono le condizioni adeguate per andare al voto. Dunque a cosa assisteremo oggi in aula? Nonostante gli ostacoli potrebbe compiersi un altro piccolissimo passo in avanti, con l’avvio della discussione generale, dopo la relazione avvenuta circa quindici giorni fa e presentata dal presidente della III Commissione Attività produttive Gaspare Vitrano, che ha lavorato alla realizzazione e alla stesura del disegno di legge.
Due sono i punti principali che alimenteranno e saranno protagonisti dei confronti, già avviati anche con il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno e il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, all’interno del centrodestra: la copertura finanziaria e il punto sul personale. Senza una soluzione difficilmente il disegno di legge avrà la possibilità di poter venire alla luce. Sulla copertura finanziaria, al momento, non risulterebbe nessuna interlocuzione con l’assessore al Bilancio Alessandro Dagnino. Copertura finanziaria, inoltre, che era stata oggetto di dibattito, e promessa, nella scorsa Finanziaria, con alcuni punti (il turnover per far diventare i lavoratori a tempo indeterminato e il passaggio dai 78 e 102 giorni ai 156 giorni lavorativi) esclusi e dirottati alla riforma. Come già anticipato (CLICCA QUI) una stima economica c’è già. Si tratta di poco meno di 10 milioni di euro. Qualora venisse trovato l’accordo, la scorciatoia potrebbe essere rappresentata dalla variazione di bilancio di metà luglio.
La strada appare tortuosa e spianarla non sarà semplice.