Zona gialla e minori restrizioni ormai incompatibili con la diffusione delle varianti Covid in Italia. Lo spiega all’Adnkronos Salute Giorgio Sestili, fisico ideatore della pagina Facebook ‘Coronavirus – Dati e analisi scientifiche‘. Dai dati del monitoraggio della Cabina di regia Iss-ministero della Salute su Covid-19, che saranno resi noti domani, “mi aspetto il peggioramento” delle fasce di rischio “di alcune Regioni, ma questo a detta di molti scienziati non sarà sufficiente a contenere le varianti. Ritengo che le zone gialle siano oramai incompatibili con la maggiore contagiosità del virus e che andrebbero abolite. Serve inoltre rivedere i 21 parametri e renderli più restrittivi per adattarli al nuovo scenario delle varianti”, spiega.
Intanto è partita una nuova indagine rapida “quick survey” dell’Istituto superiore di sanità (Iss) per stabilire una mappatura sul territorio italiano del grado di diffusione delle varianti di Sars-Cov-2 definite Uk, Brasiliana e Sudafricana. L’indagine è coordinata dall’Iss con il supporto della Fondazione Kessler e in collaborazione con ministero della Salute, Regioni e PPAA. Lo prevede una circolare del ministero.
L’obiettivo è identificare, tra i campioni con risultato positivo per SARS-CoV-2 in RT-PCR, possibili casi di infezione riconducibili a varianti. La valutazione prenderà in considerazione i campioni notificati il 18 febbraio.
L’indagine verrà condotta, si legge nella circolare del ministero della Salute, su un totale di 1.058 campioni positivi a SarsCov2. Si considereranno 4 macroaree: Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud e Isole. Il numero di campioni per ciascuna Regione PPAA è definito in base alla percentuale di casi notificati il 16/2/2021 sul totale di casi notificati nella macroaree: 42 Abruzzo, 7 Basilicata, 11 Calabria, 95 Campania, 97 ER, 27 FVG, 123 Lazio, 22 Liguria, 167 Lombardia, 38 Marche, 1 Molise, 57 Bolzano, 20 Trento, 76 Piemonte, 58 Puglia, 6 Sardegna, 53 Sicilia, 61 Toscana, 32 Umbria, 1 Valle d’Aosta, 64 Veneto.
Ogni Regione/PPAA dovrà inviare entro entro il 1 marzo 2021 alle ore 12 i risultati aggregati relativi all’indagine rapida sulla diffusione delle varianti UK, Brasiliana e Sudafricana in Italia. Il termine è stabilito nella circolare del ministero della salute. Tutti i dati ottenuti per la presenza di una delle tre varianti oggetto della valutazione, si legge, “dovranno essere altresì inseriti dalle Regioni e dalle PPAA nella piattaforma della Sorveglianza Integrata COVID-19 dell’Istituto Superiore di Sanità”.