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Disco verde a 5 articoli

Variazione di bilancio, in II Commissione ritmi serrati: abbattimento delle liste d’attesa e 40 milioni ai Comuni per i rifiuti

giovedì 31 Luglio 2025

E’ entrata nel vivo la discussione delle norme che compongono la variazione di bilancio per il triennio 2025-2027.

Dario Daidone

La II Commissione parlamentare, presieduta da Dario Daidone, ha approvato nella seduta di ieri soltanto alcuni dei 33 articoli della manovra ter, terminando i lavori alle 20. Si tratta di quelle norme che contengono provvedimenti urgenti, per dare delle risposte alle emergenze siciliane che non possono più aspettare. E’ anche oggi i ritmi saranno serrati per portare a casa dei risultati.  Soddisfatto Dario Daidone, il meloniano ha specificato che si tratta di “misure importanti dal punto di vista economico e non solo. Oggi continueremo il nostro lavoro in commissione e credo che in giornata chiuderemo questa prima parte. Rimane qualche altro articolo. La parola poi passa all’Aula”.

Ma vediamo nel merito quali sono i provvedimenti che hanno ottenuto il disco verde. L’ok è arrivato per gli articoli 2, 12,13 25, 27.

Ignazio Abbate

In materia di incendi è passato l’emendamento, a firma dell’esponente della Dc Ignazio Abbate, che stabilisce i ristori necessari ad aziende e privati che sono stati fortemente danneggiati dagli incendi di grandi dimensioni avvenuti in Sicilia fino a questo mese di luglio 2025. Le attività di prevenzione dai rischi per beni e persone derivanti da eventi calamitosi non preventivabili sono espletate – per compito istituzionale- dal Dipartimento regionale della Protezione civile. La Protezione civile, guidata da Salvo Cocina, ha inoltre fatto presente che per fronteggiare il perdurare della situazione di deficit idrico in atto nell’Isola è necessario l’incremento dei fondi per ulteriori 10 milioni di euro. Risorse fondamentali sia per il ristoro delle spese effettuate in emergenza che per l’attuazione di interventi in conto capitale.

Approvati anche gli interventi sulle dighe necessari per fronteggiare l’emergenza idrica, con risorse che si aggirano ben oltre i 6 milioni di euro per il 2025. Nello specifico sono finanziati gli interventi per la realizzazione del collegamento acquedottistico tra le dighe Villa Rosa e la diga Olivo per una spesa di 2.735.600,oo milioni di euro.

Per il rifacimento dell’intercossione acquedottistica tra le dighe Disueri e Cimia il finanziamento è pari 1.178.700,oo milioni di euro. Poi ci sono 850 mila euro per interventi di manutenzione straordinaria degli scarichi profondi e di superficie, di adeguamento del franco idraulico e di adeguamento sismico della diga Comunelli. Infine, il ripristino dell’interconnessione acquedottistica tra l’invaso Ancipa e l’invaso Pozzillo costerà 1.516.180,00 milioni di euro.

Marco Intravaia

Venti milioni per i contributi ai Comuni siciliani che dovranno sostenere gli extracosti per i rifiuti eccedenti la capacità di smaltimento degli impianti regionali. Ma la Commissione bilancio è andata oltre prevedendo ulteriori 20 milioni da destinare a quei comuni che hanno raggiunto il 60% di raccolta differenziata. Per il deputato regionale di FI Marco Intravaia si tratta di un contributo essenziale per le Amministrazioni comunali.

“Una delle maggiori criticità per i comuni siciliani – ha detto Intravaia – è proprio quello di fronteggiare l’emergenza dei rifiuti, affrontando costi che spesso mettono a dura prova le finanze locali. Con questa norma il Governo e il Parlamento intendono sostenerli in una battaglia da cui dipende, oltre che l’igiene pubblica, l’immagine dei territori e della Sicilia”.

Per quanto riguarda il comparto dello sviluppo rurale, servono misure per mitigare gli effetti della siccità in agricoltura che paga il conto sia per la carenza idrica che per il persistere di criticità meteo-climatiche. Ecco che l’articolo 25 propone di attivare un intervento finalizzato ad accrescere la capacità di accumulo autonomo e diffuso da parte delle imprese agricole e zootecniche, un intervento che si pone in continuità con quanto già positivamente previsto nel 2024, prevedendo l’erogazione di contributi in conto capitale in favore delle aziende che realizzino vasche e serbatoi aziendali o interaziendali. La diffusione di una rete di accumulo diffusa consentirà non solo di rafforzare la capacità di resilienza del sistema agricolo, ma anche la preziosa possibilità di non disperdere le risorse idriche disponibili nei periodi di pioggia, alleggerendo la pressione sul sistema irriguo negli altri periodi dell’anno. La misura prevede il riconoscimento dei contributi in regime “de minimis” e la selezione dei beneficiari a mezzo di avviso pubblico.

In un momento delicato e cruciale per la sanità siciliana, una buona notizia c’è e riguarda le liste di attesa del Servizio sanitario regionale e i rapporti con le strutture accreditate. I dirigenti medici e il personale sanitario e tecnico delle aziende sanitarie e ospedaliere e degli enti sanitari del Ssr possono essere autorizzati allo svolgimento di prestazioni finalizzate all‘abbattimento delle liste d’attesa, tenendo conto degli indirizzi regionali e il piano dell’azienda di apparenza, in quanto approvato dall’assessorato alla Salute. Al fine di valorizzare le peculiarità delle prestazioni, la tariffa oraria è di 100 euro lordi per i medici, 50 euro lordi per infermieri e tecnici. Per il riconoscimento delle tariffe la norma prevede per i dirigenti e per il restante personale sanitario e tecnico una spesa di 60 milioni di euro, di cui 40 milioni per il 2025, 10 milioni per il 2026 e altri 10 per il 2027. Per migliorare il processo decisionale e il monitoraggio relativo alla governance delle liste d’attesa delle Aziende sanitarie, del Servizio sanitario regionale e delle strutture private convenzionate, la Regione prevede l’adozione di una serie di attività di miglioramento. Gli interventi riguardano il potenziamento del SovraCup, l’attivazione della piattaforma regionale per le liste d’attesa in linea con quella nazionale (PNLA), adeguamento infrastrutturale e tecnologico del sistema di prenotazione e monitoraggio del SovraCup, sviluppo di un cruscotto avanzato di monitoraggio con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, conduzione operativa e affiancamento di soluzioni innovative. Per tutto questo serviranno più di sei milioni, di cui circa 1,5 milioni per il 2025, 3 milioni per il 2026 e 1,5 per il 2027. L’assessorato regionale alla Salute deve monitorare e aggiorna costantemente le attività sviluppate sul campo per consentire il regolare governo delle liste d’attesa.

Marianna Caronia

Una delle norme più importanti dell’intera operazione di bilancio, Con tre emendamenti proposti da Marianna Caronia (Noi Moderati) e approvati all’unanimità, la Commissione Bilancio ha proposto di apportare due semplici ma rivoluzionarie modifiche al sistema di organizzazione delle liste d’attesa, con l’obiettivo di ridurle drasticamente, introducendo allo stesso tempo uno strumento di controllo e conoscenza da parte dei cittadini e del Parlamento.
Secondo quanto votato in Commissione, infatti, le strutture ospedaliere siciliane potranno erogare visite ed esami diagnostici nei giorni festivi e nelle ore notturne dei giorni feriali, previa verifica della disponibilità. Questa misura, oltre ad abbattere i tempi d’attesa, assicurerà il funzionamento ottimizzato dei macchinari, evitando sprechi di capacità tecnologica e riducendo in modo significativo i tempi di ammortamento dei costi di investimento sui macchinari diagnostici.

Le Aziende Sanitarie dovranno inoltre destinare risorse specifiche per ridurre i tempi d’attesa delle prestazioni critiche, con priorità a pazienti oncologici, oncoematologici, cronici complessi e con altre vulnerabilità: persone con disabili, minori, donne in gravidanza; soggetti con vulnerabilità socio-economiche.

“Per la prima volta – spiega Marianna Caronia – si introduce il principio di valutazione del costo delle macchine diagnostiche, come TAC, risonanze e apparecchiature ad alto “tempo macchina”. L’obiettivo è massimizzarne l’utilizzo, riducendo non solo le liste d’attesa ma anche i tempi di ammortamento, con evidenti risparmi per il sistema sanitario.”

Un ultimo emendamento prevede che l’Assessore alla Salute debba presentare al Parlamento relazioni semestrali sui risultati raggiunti, “garantendo – continua Caronia – un controllo costante dell’efficacia delle misure e una rendicontazione pubblica ai cittadini. Queste modifiche possono davvero segnare un momento di svolta – spiega la parlamentare di Noi Moderati – perché autorizzare prestazioni in orari notturni e festivi significa rispondere all’emergenza liste d’attesa con pragmatismo. Dare priorità ai pazienti fragili è un dovere etico, mentre l’ottimizzazione dei macchinari trasforma i costi in opportunità”

Poi ci sono i presidi di continuità assistenziale presenti nelle 14 isole minori della Regione. Tali presidi hanno una attività oraria differenziata: presidi ad attività “standard”, ad attività 24 h die e di “guardia medica turistica” anche essi a 24 h die.

Nello specifico ci sono 5 presidi a 106 ore settimanali, attivi tutto l’anno; 9 presidi a 168 ore settimanali, attivi tutto l’anno; 11 presidi di Guardia medica turistica a 168 ore attivi per tre mesi l’anno, per un totale di 128.360 ore di attività annue. Estendendo le disposizioni previste dall’emendamento anche a tale attività territoriale, la spesa complessiva annua massima per l’anno 2026 viene calcolata in 1.155.240,00 euro, mentre per i restanti mesi del corrente anno in 481.350,00 euro. Anche in questo caso l’obiettivo è quello di disciplinare gli interventi per la questione annosa del rispetto dei tempi di attesa per l’esecuzione di prestazioni sanitarie, una situazione che ha messo alla prova i sistemi sanitari regionali che registrano in tutta Italia una corsa verso modelli organizzativi innovativi che siano limitazione del rischio di dovere subire l’esercizio di un potere sostitutivo dello Stato, ove le realtà regionali non siano in grado di porre in campo azioni adeguate volte al soddisfacimento dei bisogni della popolazione.

Sulla scorta di tali considerazioni, appare indispensabile rivedere l’intero sistema di prenotazione con interventi strutturali nell’organizzazione dei servizi sanitari erogati in grado di sovvertire l’ordine che attualmente è raccolto in contenitori distinti per grado di necessità (U-B-D-P). Ciò finisce inevitabilmente per creare effetti ostruzionistici all’accesso, inducendo il cittadino a far ricorso sempre più spesso alle prestazioni interamente a carico dell’assistito. E d’altro canto, l’esperienza consumata nel corso degli anni 2023-2024 con la disponibilità di risorse offerte dallo Stato per l’eliminazione delle liste di attesa, che si sono formate a seguito delle limitazioni introdotte dalla pandemia, ha dimostrato come l’intervento rivolto al soddisfacimento delle richieste affastellate nelle liste, finisce con il dare spazio ad altre ulteriori richieste che sono causa dell’esaurimento di spazi consentiti dalle norme, con ricadute sull’effetto espansione e con dilatazione dei tempi di attesa oltre i termini consentiti.

Questa fotografia rende improcrastinabile un rinnovamento del processo organizzativo che coinvolge tutte le aziende sanitarie pubbliche e che include i soggetti privati convenzionati che hanno l’obbligo di aderire a percorsi comuni. Dunque la priorità consiste nella eliminazione delle liste per prestazioni urgenti e brevi.

Dovranno essere istituiti, pertanto, presso: A) ospedali DEA di II livello; B) ospedali DEA di I livello e ospedali ospedali DEA di I livello e ospedali di base e di zone disagiate; C) poliambulatori (in futuro case di comunità); – corsie preferenziali che dovranno soddisfare la richiesta di prestazioni urgenti e brevi al momento stesso della presentazione dell’utente. La corsia agirà da fast track per le prestazioni che saranno classificate in urgenti o brevi di alta 23 complessità, di media complessità e di bassa complessità e, rispettivamente, soddisfatte presso i siti di cui alle lettere A, B e C sopra indicate.

Tale modalità potrà da subito contribuire a creare spazi sostenibili sia per le prestazioni da erogare con tempi differiti sia per le prestazioni programmate. Tali ultime richieste troveranno tra l’altro più facile accoglienza dal contestuale intervento posto in essere per distinguere le richieste di prime visite dalle richieste di prestazioni sanitarie provenienti da cronici e fragili che non dovranno essere raccolte dai normali sistemi di prenotazione (ove erroneamente, talvolta, il soggetto interessato si rivolge), ma prese in carico dal sistema territoriale (anche tramite le COT) che dovrà governare ogni accesso necessario all’utente che versa in tale condizione.

Un intervento strutturale così complesso non potrà essere disgiunto da una attenta attività di monitoraggio sviluppata con metodiche informatiche innovate e di interventi volti all’eliminazione di quanto ad oggi sedimentato nelle liste di prenotazione e potrà iniziare a dare i primi risultati dopo tre mesi dalla data di attivazione dei percorsi fast track.

Gli interventi del Governo Schifani sulle liste di attesa, disposti con una delibera di giunta del 2023 e con i successivi decreti assessoriali per l’anno 2024, hanno reso disponibili risorse, per circa 90 milioni di euro, tratte dal Fondo Sanitario Nazionale, in misura pari allo 0,3 e 0,4, rispettivamente, per il 2023 – anno in cui sono state utilizzate economie allo stesso titolo degli anni precedenti – e per il 2024.

La norma contenuta nell’articolo 27 della manovra ter è chiara. “L’iniziativa messa a punto dall’assessorato Salute, pur garantendo un consistente recupero delle prestazioni nel tempo non erogate con la bonifica delle “agende aziendali”, nonostante il congruo aumento delle attività istituzionali dei medici, dei sanitari e dei tecnici – a tal fine incentivate con i compensi previsti dalla circolare ministeriale del 30.05.2023, poi rideterminati a livello nazionale (100 euro lordi all’ora per i medici e 50 euro lordi all’ora per i professionisti della salute – infermieri/tecnici), non ha risolto, tuttavia la criticità rappresentata dalle liste di attesa”.

Il venir meno della fonte di finanziamento statale per l’anno in corso e prevedibilmente per quelli successivi, “impone una scelta risolutiva in capo al Governo regionale per assicurare risorse adeguate al Sistema Sanitario Regionale, che, attraverso l’Assessorato regionale Salute, andranno veicolate alle Aziende sanitarie ed Ospedaliere del Servizio Sanitario Regionale. Per queste ragioni, accanto all’implementazione del Sistema informatico finalizzato al miglioramento del sistema delle prenotazioni e del relativo monitoraggio, specialmente per le prestazioni riconducibile al PNGLA 2025/2027, per cui si interviene con l’odierno documento, risulta indispensabile prevedere le necessarie misure economiche volte a sostenere gli adeguamenti infrastrutturali ed organizzativi che le Aziende del S.S.R. dovranno a tal fine attivare”.

In buona sostanza, per garantire il pieno rispetto dell’ambito territoriale di garanzia previsto a tutela dell’assistito, occorre rinnovare il modello organizzativo finalizzato al regolare governo delle liste di attesa. Pertanto, alla luce del monitoraggio effettuato al 30 giugno 2025 risultano non erogate, seppur con differenti priorità cliniche, circa 182.000 prestazioni ambulatoriali (anno 2025 e precedenti), mentre al 31 dicembre 2024, occorre recuperare 29.734 prestazioni di ricovero non ancora erogate.

Quindi, prevedendo l’assegnazione di risorse pari a sessanta milioni di euro per gli anni 2025-2027, la Regione può consolidare le attività di recupero delle liste di attesa, con il ripristino delle prestazioni incentivate e l’aggiornamento dei relativi piani aziendali e, anche attraverso un cronoprogramma, consentire, in tempi ragionevolmente congrui, la gestione delle liste di attesa da parte delle Direzioni aziendali. Peraltro, le recenti norme statali hanno previsto misure perentorie nel caso di accertate inadempienze regionali che possono portare al commissariamento delle Regioni nel caso di mancato assolvimento degli adempimenti in materia di governo delle liste di attesa.

Ma come andranno ripartite le somme pari a 60 milioni che graveranno per gli anni 205-2026-2027? Il piano elaborato dalla Regione e contenuto nella medesima norma ed è il seguente: per il 2025 40 milioni di euro, per il 2026 10 milioni di euro, per il 2027 10 di euro.

Si pensa di potere ripartire le relative risorse alle Direzioni aziendali sulla scorta dell’aggiornamento del richiamato monitoraggio delle prestazioni non ancora erogate in linea con gli indirizzi regionali adottati al momento dell’approvazione del Piano Operativo di recupero delle liste di attesa. Conseguentemente, si individua il percorso di seguito declinato per assicurare la tempestiva erogazione delle prestazioni che il Servizio sanitario regionale deve erogare alla luce dei principi e dei criteri contenuti nel documento, e specificatamente: 1. aggiornamento dei piani aziendali di recupero delle liste di attesa entro 15 giorni dall’entrata in vigore dello schema di intervento legislativo allegato al presente documento; 2. approvazione degli aggiornamenti dei piani aziendali di cui al punto 1 da parte del RUAS nei successivi 15 giorni; 3. effettivo recupero delle prestazioni ambulatoriali inserite nei piani aziendali di recupero delle liste di attesa di cui ai punti 1 e 2, aggiornate al 31 maggio 2025 in misura non inferiore al 50%, entro il 30 novembre 2025 con la contestuale assicurazione del contestuale soddisfacimento della nuova domanda di salute; 4. effettivo recupero delle prestazioni di ricovero inserite nei piani aziendali di recupero delle liste di attesa di cui ai punti 1 e 2, aggiornate al 31 maggio 2025 in misura non inferiore al 50%, entro il 30 novembre 2025 con la contestuale assicurazione del soddisfacimento della nuova domanda di salute; 5. le prestazioni ambulatoriali e di ricovero di cui ai punti 3 e 4 non ancora erogate al 30 novembre 2025 dovranno essere erogate non oltre il mese di febbraio 2026 con la contestuale assicurazione del soddisfacimento della nuova domanda di salute; 6. le risorse che verranno erogate per effetto dell’intervento legislativo unito al presente documento dovranno essere rigorosamente rendicontate dalle direzioni aziendali ed utilizzate esclusivamente per le finalità del presente provvedimento.

Ovviamente non finisce qui, gli sviluppi sono ancora da definire.

 

 

 

 

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