PALERMO – “C’è evidentemente un filo che lega la sentenza sulla trattativa fra lo Stato e la mafia e questa sentenza sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio. Verità giudiziarie in più sedi e più procedimenti confermano la verità storica di pezzi dello Stato che agirono per la mafia e della mafia che agì per conto di pezzi dello Stato”. Lo ha dichiarato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.
Il primo cittadino prosegue poi così: “Mentre occorre non fermarsi per giungere alla piena verità e giustizia, dobbiamo tutti avere gratitudine per la professionalità e la pervicacia di quei Magistrati che hanno continuato a cercare la verità, non a caso spesso attaccati e isolati anche da istituzioni che avrebbero dovuto difenderli. Dobbiamo tutti gratitudine a quella parte della società civile, come il movimento delle Agende Rosse, che non si è distratta e non ha dimenticato. Soprattutto abbiamo tutti un dovere di gratitudine e vicinanza alla famiglia di Paolo Borsellino che non ha mai smesso, con grande lucidità, compostezza e senso delle istituzioni, di continuare a chiedere giustizia”.
Intanto, la Procura di Caltanissetta ha chiesto il rinvio a giudizio di tre poliziotti per il depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio costata la vita al giudice Paolo Borsellino e agli agenti della scorta. L’udienza preliminare non è stata ancora fissata. Il processo è stato chiesto per il funzionario Mario Bo, che è stato già indagato per gli stessi fatti e che ha poi ottenuto l’archiviazione, e per i poliziotti Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei.
Per tutti l’accusa è di calunnia in concorso. L’inchiesta è coordinata dall’aggiunto Gabriele Paci e dal pm Stefano Luciani.