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Fiammetta Borsellino non molla, ed è polemica su Di Matteo [AUDIO]

mercoledì 27 Settembre 2017
Fiammetta Borsellino

Fiammetta Borsellino non molla. Dopo la denuncia in diretta tv, nel 25° anniversario della strage di via D’Amelio, e la successiva intervista di Sandro Ruotolo, torna sui “buchi neri” e i depistaggi che hanno inquinato l’inchiesta sulla strage del 1992.

Ponendo l’accento sulla gestione oscura del falso pentito Vincenzo Scarantino, adesso la figlia del magistrato ucciso dalla mafia, scrive direttamente al Consiglio Superiore della magistratura. «Ho scritto una lettera al Csm chiedendo al presidente della Repubblica quali sono le iniziative che il Consiglio ha ritenuto di intraprendere dopo quanto deciso il 19 luglio. Noi in quella lettera chiediamo, come dice lo stesso consigliere Morgigni, se nella condotta dei magistrati dei processi Borsellino I e II si siano verificate queste anomalie». Queste le parole di Fiammetta Borsellino, a “La radio ne parla” su Rai Radio1.

AUDIO

La lettera, scritta coi fratelli Lucia e Manfredi, segue la nota del consigliere Aldo Morgigni, che ha sollecitato un’iniziativa della prima commissione in merito ai magistrati che si occuparono delle indagini sulla strage.

«Il nostro silenzio, è stato dettato dal rigore e da una necessita di sopravvivenza – ha aggiunto Fiammetta Borsellino – noi denunciamo anomalie che hanno caratterizzato la condotta di politici e magistrati dei processi Borsellino I e II, anomalie condotte da uomini delle istituzioni. Nella Procura di allora c’erano Tinebra, Di Matteo, la dottoressa Palma e altri. Ricordo che tra quelli che andarono via e presero le distanze da quel modo di fare le indagini c’era la dottoressa Boccassini. Quando intendo anomalie, parlo di verbalizzazioni, interrogatori, sopralluoghi non corretti».

«Le mie denunce – ha concluso – non sono un mero dibattito tra me e il procuratore Di Matteo, questa semplificazione fa comodo a chi sta bene nascosto nell’ombra. È una semplificazione che toglie l’attenzione al nostro fine, che è quello della verità. Il nostro è un urlo di dolore. È vero che si può tornare ad aprire un processo, ma la procura di Caltanissetta ha uomini e mezzi? Mio padre si meritava questo…. dopo 25 anni, quasi tutto è compromesso».

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