È un silenzio assordante quello che i residenti di Vicolo Bernava vivono dal giugno 2012. Un piccolo vicoletto è ormai una delle strade forse più note di Palermo, “simbolo” dei cantieri infiniti di una città che non sa completare i grossi appalti nei tempi prestabiliti. Un’Odissea che va avanti ormai da quasi 7 anni.
Ma adesso sembra finalmente esserci una luce in fondo al “tunnel”: «Abbiamo raggiunto l’intesa con la Sis: si occuperanno loro dei 5 edifici da abbattere. Entro fine marzo via alle demolizioni – rivelano a ilSicilia.it i vertici di Rfi – Non verrà adoperato esplosivo, ma si demolirà dall’alto verso il basso, de-costruendo i singoli piani dei palazzi. Abbiamo chiuso gli accordi con tutti i proprietari».
Stiamo parlando infatti della famosa galleria Imera-Lolli della Tratta A del Passante Ferroviario di Palermo. Dal 10 giugno 2012 – data in cui si è verificato un importante cedimento del sottosuolo a causa degli scavi in mano al consorzio Sis – per i cittadini residenti in questo piccolo angolo a pochi passi dal Tribunale, è scattato un vero inferno.
Le case tra via Pacini, vicolo Bernava, e via Serpotta sono inagibili, sgomberate dalla Protezione Civile a causa di crepe vistose e cedimenti di circa 17 millimetri. La Sis ha dovuto interrompere lo scavo della galleria a causa di una copiosa fuoriuscita di acqua e fango: “imprevisto geologico” hanno decretato le perizie delle Ferrovie. “Colpa dei progettisti Italferr – invece ha sempre sostenuto il sindaco Leoluca Orlando – del fiume sotterraneo lo sapevano tutti”.
Sta di fatto che per questi 58 metri la galleria è incompleta. Il prezzo più alto lo stanno pagando ovviamente i palermitani; non solo per un’opera incompleta, dato che la Sis ha deciso di rescindere il contratto con Rfi, ma anche per i residenti, le cui case sono state espropriate e vendute a prezzi di mercato.
Ben 5 edifici quindi saranno presto demoliti. Ecco la mappa:
Intanto i residenti della zona, tra cortile Barcellona, via Carlo d’Aprile e via Mario Cutelli lanciano un grido di disperazione: «Siamo prigionieri dal 2012, in balia di nessuno!». È la denuncia di Rosa Pitonzo, residente di via Carlo d’Aprile racconta i disagi di ogni giorno: «Io, e i condomini del mio palazzo viviamo dal 2012 un incubo. Siamo a ridosso del cantiere di vicolo Bernava, ormai fermo da anni. Siamo l’unico palazzo che non verrà abbattuto, almeno così dicono, dal momento che ad oggi nessuno si è mai scomodato di darci notizie riguardo lo stato di avanzamento dei lavori.
Oggi ho trovato un avviso di divieto di sosta “assolutamente improvvisato” (VEDI FOTO), e qualcuno che lavora, anche se non si capisce bene cosa stanno facendo e per quanto tempo! Nessuna comunicazione da Sis o Rfi, nessun cronoprogramma, tutto assolutamente vergognoso! Il nostro edificio è prigioniero dal 2012, chiediamo solo di avere notizie.
La scorsa settimana l’Amg ci ha comunicato che non può ripristinare l’illuminazione pubblica in corrispondenza del nostro palazzo proprio perché il palo risiede nella zona del cantiere. La logica qual è? Noi siamo costretti a stare al buio. Dal momento che Sis ha ufficialmente rescisso il contratto, perché non ripristinano lo stato dei luoghi? È una situazione assurda! Siamo esasperati!».
In base alle nuove informazioni raccolte da ilSicilia.it, sembra quindi che la Sis – pur avendo deciso la rescissione del contratto – abbia chiuso l’intesa con le Ferrovie per completare almeno le demolizioni di Vicolo Bernava.
La successiva fase di ripresa dello scavo, invece, dovrà essere riappaltata: una variante da quasi 18 milioni di euro prevederà la creazione di un giardino al posto dei cinque edifici demoliti.
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