Si è calata dal tetto del Palazzo del Cnr di Roma, da un’altezza di 70 metri, per chiedere la stabilizzazione di tutti i lavoratori precari dei centri di ricerca pubblici italiani. Si chiama Daniela Gaglio, ricercatrice siciliana precaria da 14 anni, da 6 dipendente a tempo determinato del Cnr nella sede di Milano. Si occupa di ricerca oncologica e terapia metabolica associata alla medicina personalizzata.
E’ rimasta sospesa nel vuoto per ore, insieme ad un suo collega, proprio a dimostrare plasticamente che la ricerca italiana e il suo destino sono appesi ad un filo. Un filo sottile che non può e non deve essere spezzato dalla miopia di una politica incapace di comprendere il valore della ricerca, per il futuro del Paese, e i rischi che si corrono continuando a destinare poche risorse al settore.
Proprio in questi giorni le Commissioni Bilancio, Finanze e Cultura della Camera stanno discutendo le modifiche da apportare al testo della legge di bilancio che la prossima settimana dovrà essere sottoposta all’esame dell’Aula. Al Senato erano stati stanziati solo 10 milioni di euro per il 2018. a fronte dei quali veniva chiesto agli enti di partecipare con un cofinanziamento di altri 5 milioni.
Tali fondi, 15 milioni in tutto, basterebbero soltanto a stabilizzare circa 300 lavoratori su un totale di 2.600 precari aventi diritto nel solo Cnr, di questi 140 si trovano nella sede di Palermo. Mentre la tranche di 50 milioni per il 2019, indicata sempre nella legge di bilancio, è soltanto una semplice previsione di spesa. La sua effettiva messa in esercizio, quindi, dipenderà dal governo successivo.
Pertanto i lavoratori e i sindacati sono in piena mobilitazione. “Le risorse stanziate nella legge di bilancio per la stabilizzazione dei precari del Cnr e degli altri centri di ricerca italiani non sono sufficienti. Per questo siamo al fianco dei lavoratori, per chiedere più fondi”, afferma Graziamaria Pistorino, segretaria della Flc Cgil Sicilia. Anche nell’Isola sono diversi i presidi e le manifestazioni organizzate dai ricercatori del Cnr.
“Servono risposte adeguate – aggiunge – per un settore che nonostante le difficoltà economiche dà grandi soddisfazioni all’Italia dal punto di vista dei risultati ottenuti dai nostri ricercatori”.
“Bisogna pertanto cambiare passo una volta per tutte – conclude Pistorino – e mettere la ricerca tra le priorità di investimento, perché essa rappresenta la principale leva per lo sviluppo del nostro Paese”.