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Violenza sulle donne, un “posto occupato” anche in mare per ricordarle

giovedì 23 Novembre 2017
sub

RAID Italia, un’agenzia didattica subacquea diffusa in tutto il mondo, ha aderito alla campagna di sensibilizzazione Posto Occupato, contro ogni forma di violenza e discriminazione sulle donne. Domenica 19 novembre i centri e gli istruttori, in ogni parte d’Italia – ed anche dall’Egitto – durante le loro attività di insegnamento, in viaggio o nel corso delle loro uscite settimanali, hanno riservato un “posto occupato” per ricordare una vittima di violenza. Anche il centro diving messinese Oloturia Sub ha riservato nelle acque antistanti alla chiesa di Santa Maria della Lettera a Torre Faro un “postoccupato” ad una donna vittima di violenza.

Attraverso questo gesto simbolico “a chilometri zero ed a costo zero – come dichiara Maria Andaloro, ideatrice di Posto Occupato – i nostri rappresentanti della subacquea ricreativa, tecnica e professionale, intendono farsi portatori di un messaggio di uguaglianza di genere e rispetto“.

“Posto occupato” è una campagna di sensibilizzazione nata per riempire vuoti anche di memoria. Ricordare le donne che non ci sono più. “Ciascuna di quelle donne – si legge nel manifesto di presentazione della community – prima che un marito, un ex, un amante, uno sconosciuto decidesse di porre fine alla sua vita, occupava un posto a teatro, sul tram, a scuola, in metropolitana, nella società. Questo posto vogliamo riservarlo a loro, affinché la quotidianità non lo sommerga”.

Quando ho scoperto che questo luogo si chiama Le Spezzatescrive Maria Andaloro sul suo profilo Facebook – inevitabilmente, ho pensato alle vite spezzate. Non alla conformazione delle rocce sommerse. Una coincidenza.  Da quasi 5 anni posto occupato tenta di sensibilizzare ogni giorno. In ogni luogo. Per riflettere sul prima sottovalutato, al durante nascosto, al dopo dimenticato. Anche sott’acqua, da oggi, a Messina e in contemporanea in altre città italiane e pure all’estero. Una “estensione” di posto occupato. Il sommerso, il silenzio, l’invisibilità di tutte le vittime, di tutte le violenze, senza storia, senza nome e senza memoria“.

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