“Le rivendicazioni di Miccichè in tema di numeri e consensi mi fanno solo sorridere. Non sono ancora lontane le ultime europee in occasione delle quali chiudendo gli occhi e turando il naso, ho mantenuto fede all’accordo nazionale tra Lorenzo Cesa leader dell’Udc e Silvio Berlusconi per cui c’è poco di rivendicare su un risultato frutto di una composita confederazione che ha coinvolto anche autonomisti, popolari e Sicilia vera” – è l’affondo di Figuccia al presidente dell’Ars che ieri si è dissociato dalla manifestazione nazionale a Roma.
“Sulla vicenda vitalizi, voglio sottolineare che, ove molti dei componenti della commissione di merito rispondono politicamente a Miccichè, è evidente che difficilmente vorranno esprimersi compatibilmente alle direttive nazionali e quindi al taglio. È così difficile comprendere che l’ostinazione nel difendere questi privilegi offende la povertà soprattutto in una Sicilia dove un bambino su tre è in condizioni indigenti?”, aggiunge Figuccia.
“È impietoso e vergognoso che un branco di dinosauri sopravvissuti debbano tenere sotto scacco il più antico parlamento d’Europa cercando soluzioni che vogliono raggirare quello che sarebbe un atto di giustizia sociale: tagliare senza se e senza ma. Pertanto Miccichè prenda atto che i nodi al pettine sono talmente tanti che solo una rasatura a zero potrebbe offrire l’opportunità di una ripartenza. Se altrimenti “preferisce tenersi il pallone tutto per sé come il bambino capriccioso, si dimetta e dia alla Sicilia la possibilità di rinascere“, conclude Figuccia.