“Il calcio è cambiato, i tempi sono cambiati, la crisi economica continua a mordere. Viviamo in uno stato di guerra. A me sembra di essere in Libano quando la gente attraversava la strada sotto il tiro dei cecchini. Entro la fine di marzo cederò la società a un fondo di investimento americano. I cinesi? Dovevano farsi vivi dopo il loro Capodanno, caduto il 28 gennaio. Non li ho più sentiti”. Così, sulle pagine del ‘Corriere dello Sport’, il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini.
“Quando vado a Palermo, incontro gente che mi vuol bene e mi ringrazia per ciò che ho fatto – spiega il numero uno del club siciliano – Non ho mai perso la speranza della salvezza. Il pareggio di Napoli e la vittoria sul Crotone alimentano questa speranza e non è un caso che, ad incarnarla, sia Nestorovski. Quanto vale oggi? L’abbiamo pagato 500 mila euro, ora il cartellino oscilla fra i 15 e i 20 milioni. Nestorovski è una scommessa vinta. Me l’aveva segnalato un amico che vive in Croazia, lo stesso che ci ha messo sulle tracce di Traikovski e di Posavec“.
“La verità – prosegue – è che i nostri guai sono cominciati con Schelotto. Nel campionato scorso, dopo la rottura con Ballardini, avevo puntato sul tecnico argentino che però non riuscì a resistere al richiamo del Boca. Da lì, la situazione è diventata sempre più complicata”. Zamparini non ce l’ha con l’argentino. Ce l’ha con chi lo insulta: “Oggi, purtroppo, in Rete non ci sono controlli, imperversano la violenza verbale, la cattiveria, l’incultura sportiva. I tifosi del Verona hanno applaudito la loro squadra il giorno in cui è retrocessa in serie A e la stessa scena si ripete in Premier League. Questo si chiama rispetto, fair play, educazione”.
“Nei miei 15 anni – aggiunge Zamparini – ho speso per il Palermo 100 milioni di euro e le cessioni si sono rese necessarie perché imposte dalle ragioni di bilancio, sulle quali non è ammessa l’ignoranza. I tanti allenatori licenziati? In trent’anni fra A e B, c’è stato anche chi ha lavorato per tre anni con me: Novellino. E poi ho lanciato Ventura, Spalletti, Zaccheroni, Gasperini. E comunque, non è vero che li ho sempre cacciati io: Ballardini si è auto-esonerato dopo la lite con Sorrentino; ma De Zerbi l’ho tenuto, sebbene avesse perso sette partite di fila in casa e l’ho esonerato dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia con lo Spezia; Prandelli al Venezia era rimasto anche dopo 4 ko consecutivi”.
E ancora: “Io non sono un impiccione. Io sono uno che sa di calcio e dà consigli. Quando la squadra perde, io divento matto. Un presidente serve solo a metterci i soldi e stop? Io amo avere un contatto giornaliero con il mio tecnico, cosa che faccio con Lopez e non accadeva con De Zerbi”. Capitolo Corini: “Si è ritrovato in una situazione molto difficile. Era arrivato come il salvatore della patria, non è riuscito a salvarla”. Infine, sul ‘no grazie’ di Veltroni alla presidenza della Lega: “È una persona seria e affidabile, ma ha un colore politico. L’avrei visto meglio come presidente della Figc. Comunque, non è più un mio problema: in marzo vendo il Palermo agli americani“.