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La commemorazione

Il ricordo di Pio La Torre

martedì 30 Aprile 2024

Il ricordo di Pio La Torre, assassinato il 30 aprile 1982, è vivo nelle menti di tutti. Le istituzioni e la società civile si uniscono nell’esprimere la riconoscenza nel giorno della sua memoria.

In questo giorno di commemorazione dal presidente della Regione, Renato Schifani, arriva la riflessione sulla legge Rognoni-La Torre. “Un lascito straordinario che ha rappresentato una svolta nel contrasto alle cosche. La legge che porta il suo nome ha consentito di codificare il reato di associazione mafiosa e colpire Cosa nostra nella sua parte più sensibile, quella del patrimonio. Una strategia che si è rivelata fondamentale e che, da presidente del Senato, ho personalmente voluto portare avanti inasprendo le norme sui sequestri. Un modo concreto per rendere sempre viva in tutti noi l’eredità ideale di un uomo e un grande siciliano come Pio La Torre”.
Sergio Mattarella

 

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato un messaggio alla Presidente del Centro di studi e iniziative culturali “Pio La Torre“.

La fermezza e l’abnegazione nel contrastare la criminalità organizzata ne fanno figure emblematiche dei valori di giustizia e legalità che sono a fondamento di una convivenza civile basata sullo Stato di diritto“. E aggiunge, “la lotta alle mafie necessita soprattutto dell’acuta consapevolezza della loro pervasività, in particolare da parte delle giovani generazioni, al fine di consolidare quei principi alla base di una società costruita sul rispetto della dignità di tutti i cittadini e libera da ogni forma di intimidazione. In questo spirito, esprimo apprezzamento per il Progetto Educativo Antimafia che si prefigge di promuovere tra gli studenti i valori che Pio La Torre e Rosario Di Salvo hanno testimoniato con tenacia e sacrificio. La Repubblica li ricorda con rispetto“.

 

Roberto Lagalla

Il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla così commenta, “Una memoria che resterà indelebile perché l’eredità di Pio La Torre sarà per sempre impossibile da cancellare. La sua lungimiranza e la conoscenza del fenomeno mafioso hanno permesso di tradurre in legge quelli che ancora oggi rappresentano capisaldi della lotta alla criminalità organizzata: il reato di associazione mafiosa e la confisca dei beni ai boss. Il suo esempio deve rappresentare un faro per tutti coloro che decidono di dedicare il proprio impegno all’interno delle istituzioni pubbliche“.

 

Senza la legge Rognoni-La Torre non si poteva celebrare il maxiprocesso“. È la testimonianza che ha portato, all’incontro promosso dal centro Pio La Torre, Pietro Grasso che fu il giudice a latere proprio del maxiprocesso e poi procuratore nazionale antimafia e infine presidente del Senato. Grasso ha ricordato che solo con quella legge fu possibile giudicare i protagonisti di un terribile ventennio e fare luce su oltre 120 omicidi dei quali furono vittime anche tanti uomini delle istituzioni, del giornalismo, delle forze di polizia e della politica. L’importanza di quella legge, che ha introdotto anche la confisca dei beni, venne colta dai vertici di Cosa nostra. “Salvatore Greco – ha detto Grasso – aveva intuito che l’aria politica era cambiata: proprio La Torre aveva in qualche modo preso per il bavero tanti deputati per fare passare la legge presentata due anni prima“. Quegli strumenti hanno avuto un’importanza fondamentale ma oggi, ha osservato ancora Grasso, si assiste allo smantellamento del sistema di contrasto a suo tempo creato mentre la mafia rafforza il suo potere con il metodo della sommersione. In questo modo è entrata “in modo strutturale nel sistema economico del Paese” mentre la politica mira a modificare la disciplina sui beni sequestrati per consentire le confische solo quando c’è una condanna penale.

 

Il ricordo del presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici. “Sono 42 anni che rinnoviamo un rito della memoria, ma oggi più che mai l’insegnamento di La Torre è attuale. Come si sa è stato l’autore di una delle più importanti leggi che sono servite a combattere e battere la mafia, perché non solo ha riconosciuto la mafia come reato, fino a quel momento non c’era il reato di associazione mafiosa, ma ha anche introdotto lo strumento di confisca dei patrimoni. Mettere le mani da parte dello Stato nelle tasche dei mafiosi ha costituito la minaccia più grave per le organizzazioni mafiose. E credo che quella intuizione è frutto anche di conoscenza, perché nella vita una cosa ci ha insegnato La Torre, che per combattere le cose bisogna prima conoscerle. Lo strumento della conoscenza, della capacità di lettura dei processi reali nel territorio, ti consente di individuare strumenti che possano, come dire, raggiungere gli obiettivi. Oggi abbiamo la necessità di riconoscere come la mafia è cambiata per affinare nuovi strumenti per combatterla“.

Arrivano i commenti dal Pd. “Oggi come allora si parla di mancanza di lavoro, anche nero e sottopagato. All’epoca di Pio La Torre si parlava di lavoro nei campi e nella miniera, in Sicilia oggi invece continuano a mancare gli ispettori del lavoro“. Così il segretario regionale Anthony Barbagallo.

Oggi come 42 anni fa, la lotta alla mafia deve continuare ad essere fondamento della nostra azione politica. Il ricordo di Pio La Torre e Rosario Di Salvo, è vivo e continua ad ispirarci, soprattutto nel contrasto ai centri di potere che inquinano la cosa pubblica. Quei centri di potere che Pio La Torre con tenacia guardava dritto negli occhi, aggredendoli, alimentando il conflitto e denunciandoli”.

 

Michele Catanzaro

La determinazione di Pio La Torre nel contrasto alla mafia ed alla criminalità, così come il suo impegno per la pace e per una società più giusta, rappresentano ancora oggi un fondamentale punto di riferimento per tutti noi. Le sue idee sono ancora vive e questo è il miglior modo per onorare la sua memoria ed il suo sacrificio“. Le parole di Michele Catanzaro.

 

 

Il ricordo espresso dal deputato regionale Marco Intravaia di Pio La Torre e dell’agente Rosario Di Salvo. “Lo Stato ha messo a segno importanti risultati nella lotta repressiva contro i boss di Cosa Nostra, ma mai abbassare la guardia perché la mafia è sempre pronta a riorganizzare le fila e a imporre le sue logiche violente e di sopraffazione. Il coraggio di uomini come La Torre e Di Salvo sono un esempio e un monito per le nuove generazioni“.

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