Risistemata la biblioteca, il parco storico e le parti liberty, attraverso un accordo con il Dipartimento di Agraria dell’Università degli studi di Palermo: così come aveva preannunciato nei mesi scorsi il Commissario dello Stato Luigi Portelli, si avvera oggi il sogno di accogliere i cittadini a Palazzo Beccadelli, sede del Commissariato di Stato per la Regione Siciliana in piazza Principe di Camporeale a Palermo.
L’occasione è stata la festa della Repubblica, con il sold out dei 200 accessi disponibili già nelle prime ore della mattinata. L’area un tempo apparteneva al duca di Serradifalco ed è, da tempo, affittata al governo nazionale dai Tasca d’Almerita e Sallie de la Tour, eredi di Paolo Beccadelli di Bologna, principe di Camporeale, che – lasciata Londra e gli studi essendo avviato alla carriera diplomatica – nel 1900, tornò a Palermo come sindaco. La dimora custodisce un pezzo della storia dell’autonomia siciliana: nella biblioteca tutte le impugnative a incominciare dalla prima, pubblicata con Don Sturzo giudice dello Stato.
L’iniziativa del Commissario dello Stato per la Regione Siciliana, Ignazio Portelli, e della Presidenza del Consiglio dei ministri, ha visto la collaborazione della Fondazione Salvare Palermo e l’Università degli studi di Palermo – Dipartimento Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali.
Per la speciale occasione è stato direttamente il prefetto Luigi Portelli a illustrare ai visitatori i documenti storici della Biblioteca del Commissariato.
La dimora è stata visitata con l’ausilio scientifico della Fondazione Salvare Palermo che è stata presente con architetti (Francesco Andolina, Gaetano Corselli D’Ondes), docenti (Carmelo Bajamonte, Ferdinando Trapani), nonché il suo gruppo dirigente (Daniele Anselmo, Assunta Lupo, Silvana Lo Giudice). Invece, le visite al giardino storico sono state guidate dagli studenti del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali di Unipa, coordinati dal professor Antonio Motisi.
L’esterno del palazzo Beccadelli si presenta decorato a intonaco bugnato con conci di pietra e si eleva a tre piani, compreso di un seminterrato destinato un tempo alla servitù. È privo di balconi, ma dotato di ampie finestre rispettando il principio di riservatezza tipicamente inglese. Gli ambienti familiari si aprono sul giardino ricco di vegetazione, con stretti sentieri che indirizzano la passeggiata.
Il giardino – sopravvissuto alle lottizzazioni del secolo scorso – è di grandi dimensioni, circa duemila metri quadrati. È caratterizzato da 40 specie botaniche, tra alberi e arbusti. Stretti sentieri portano verso una piccola radura ombrosa e, procedendo fino all’estremità settentrionale del giardino, accoglie un grazioso boschetto facendo emergere una torretta dell’acqua finemente decorata.
Subito dopo il primo settore del giardino, svettano numerose specie di palme monumentali (Phoenix canariensis e Washingtonia filifera) numerose specie esotiche.
Lungo il giardino scorgono, invece, alberi di arancio amaro e mandarino, che in questo periodo non risparmiano ai visitatori l’odore della zagara.
Ma, a catturare lo sguardo del visitatore approdato in giardino è senza dubbio il Ficus microcarpa, le quali radici si distendono e si abbracciano, diventando un tutt’uno con la pietra del muro e l’inferriata