Carissimi
Mi è cambiato il barbone sotto casa e non penso sia stato il Gattopardo per i suoi subdoli scopi politici, lui (non ne conoscevo il nome) non c’è più nella rientranza della vetrina, la notte.
Temo il peggio, poiché c’è stato tanto freddo e una temperatura straordinariamente bassa per le nostre latitudini, vi basti pensare che sta piovendo in questi giorni, dopo tanta siccità e non vorrei che la sua salute non ce l’abbia fatta a superare le nottate tra i cartoni per strada la notte.
Invisibili di giorno, ancor più di notte, che fine fanno costoro quando muoiono, chi ne reclama le spoglie, chi ne verifica l’identità?
Siamo giunti al 2025, il primo quarto dell’anno 2000 che la mia generazione già guardava come “futuro” nel quale tutti saremmo stati bene grazie al progresso, nel quale si sarebbero già realizzate le cose più impensabili, eppure la mia città non ha ancora una metropolitana come quella pensata a Londra nel 1860, la mia regione non ha un ponte sullo stretto neanche un “simil” Golden Gate (1937) o ponte di Brooklin (1883), ma ne dibattiamo anche da un bel po’ di tempo.
Il primo che ne propose una realizzazione fu Lucio Cecilio Metello, nel 250 a.C., quindi tutto sommato ci siamo presi con comodo il nostro tempo per riflettere sulla sua costruzione, non per altro perché riusciamo ad essere un popolo che “ideologizza” tutto rendendone oggetto del dibattito in contraddittorio nel quale siamo primi al mondo, ma intanto le opere sono li da venire.
Allora come percepiamo i tempi, la contemporaneità con il 2000, visto che “l’odissea nello spazio” sarebbe dovuta già avvenire nel 2001?
Siamo indietro finanche con il futuro, visto che tutto ciò che mi propinano (specialmente anche nel mio campo professionale) sono idee con le quali personalmente ho campato per 25 anni e oggi continuano ad esser fonte di saccheggio per i nuovi “bravi d’ufficio” o “dilettanti allo sbaraglio”.
Io sono cresciuto e inizio a non avere, ancor prima delle forze, la volontà di lavorare dietro le quinte per creare nuovi personaggi in cerca di autore, ma se non lo farò io qualcuno lo farà perché la “commedia” dovrà continuare, perché lo “spettacolo” fin qui è stato redditizio per qualcuno, allora torno ai miei pensieri e torno a chiedermi: che fine ha fatto il barbone sotto casa mia?
Come poteva scomparire nel mio “futuro” un barbone per strada? Come poteva il mio futuro prevedere alle mie latitudini, non dico la mancanza di un benessere di base, essenziale, ma l’estrema povertà. La mia generazione ha vissuto l’epoca della “fame in India”, oggi potenza mondiale.
Ma oggi il mio mondo e anche quello nel quale si sperperano le ricchezze (dove ci sono), si paga un giocatore di football 263 milioni di euro l’anno (da parte di un club di un emiro arabo Al-Nasr) e parallelamente ci sono poveri invisibili che muoio in povertà tra i nostri piedi (e non vivo in un contesto di conflitti come la Cecenia o Striscia di Gaza), quando sarebbe bastato volendo esagerare “stipendiare questo atleta anche molto bene” per sopravvivere e destinare i rimanenti 262.900 milioni di euro per dare un tetto e un minimo a chi ne ha bisogno? Non sono mai stato comunista, ma questa solo logica.
Abbiamo inaugurato le nuove agende, abbiamo trascritto gli appuntamenti periodici del nostro calendario, ma con il passare del tempo ci siamo resi conto che le speranze di modernità saranno affidate alla nostra capacita di sconfiggere i nostri piccoli riti, i nostri comportamenti abitudinari, poiché il tempo da qualche parte del mondo scorrerà più veloce e continuerà ad alimentare i flussi migratori di disperati che cercheranno di stare meglio, specialmente quando dovranno lasciarsi alle spalle fame e guerre.
Il colonizzatore occidentale avrà trovato più redditizio in questo ultimo secolo il vender loro armi e non canne da pesca e non può oggi lamentarsi che dietro la porta di casa si ritrovi gli effetti di tali scelte e non ci saranno muri che potranno esser costruiti e reggere.
Purtroppo, malgrado la percezione di un immobilismo che sembra opporsi al futuro, i cambiamenti nella nostra vita continuano ad essere sottili poiché avvengono sulla nostra persona che di certo non è stata creata per esser eterna e sarà solo guardando indietro che potremmo vedere quanto siamo cambiati e quanto a poco, a poco sia cambiato il mondo intorno a noi, finanche il barbone sotto casa, poiché seppur non saremo riusciti a garantirgli un futuro e condizioni di dignità di vita, il mondo sarà sempre pieno di disperati pronti a sostituire al ribasso chiunque “decide” (o è costretto a lasciare) il posto più disagiato che sia mai potuto esistere. Un abbraccio, Epruno