Anche gli altri Comuni del comprensorio ionico prendono posizione sul caso San Domenico, lo storico albergo di Taormina che sta per chiudere per almeno un anno in virtù di previsti lavori di ristrutturazione e la cui proprietà, intanto, ha attivato le procedure per il licenziamento di tutto il personale impiegato. Sulla vicenda, nelle scorse ore, il presidente del Consiglio comunale di Castelmola, Massimiliano Pizzolo, ha inviato una lettera al presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci.
“Nella qualità di siciliano di nascita e servitore delle Istituzioni locali ho avuto modo di seguirla – scrive Pizzolo a Musumeci – nei suoi ragionamenti fatti nel corso di questa ultima campagna elettorale, contribuendo con il mio sostegno anche alla sua elezione. Mi permetto di sottoporre alla sua attenzione ciò che sta accadendo nel mio comprensorio, quello taorminese, un tempo agli onori della cronaca per la fama del territorio di pregio turistico, ultimamente per altro. È con non poco imbarazzo le scrivo sulla questione delle 35 famiglie dei lavoratori del San Domenico Palace di Taormina che purtroppo passeranno un triste Natale a causa del licenziamento che li colpirà, oltre alla mancanza di trasparenti rassicurazioni circa il futuro lavorativo degli stessi ritrovandosi all’improvviso in una condizione angosciosa e di disperazione. Parliamo di tutto il personale che fino a ieri lavorava regolarmente a tempo indeterminato presso questa struttura e che ha fatto la storia e la fama della stessa, navigando spesso in tortuosi passaggi di società, ma che fino ad oggi nel bene e nel male si erano sempre avvalsi della loro collaborazione, nel rispetto delle forme contrattuali e per efficacia delle capacità lavorative di tutte le figure professionali interessate”.
“La nuova società, che recentemente ha acquistato la struttura alberghiera – continua Pizzolo -, ha la volontà di effettuare dei lavori di ristrutturazione dell’immobile, operazione questa più che legittima, se non fosse che ad oggi non ha ben determinato la tempistica e risulta ancora essere in attesa del rilascio di qualsivoglia autorizzazione, l’unica certezza è che ha licenziato tutti, per il fermo delle attività, senza indicare un percorso trasparente circa il futuro dei lavoratori, in barba a qualsivoglia forma di rispetto morale e della dignità degli stessi, l’unica misura di compensazione al disagio sociale a loro dire è l’accreditamento dei curricula dei licenziati presso agenzie di somministrazione servizi e occupazioni. Credo che la storia di ogni singola figura professionale, dopo una vita o parte di essa trascorsa a servizio di quest’albergo, non meriti di finire così, vedendosi troncare di netto il proprio lavoro o carriera, quindi il proprio sostentamento, in maniera così fredda e repentina rimanendo escluso ed all’oscuro dell’eventuale piano industriale della società, sugli impegni futuri e sulle volontà future circa la possibilità di essere eventualmente a lavori ultimati riassunti, lasciando questo periodo di ristrutturazione solo una parentesi di temporaneo disagio”.
“Credo che la politica abbia un senso se davanti a questi eventi non rimane silente e rassegnata – conclude Pizzolo -. Credo che la vita di un soggetto Politico abbia un senso quando esercita la propria autorità a difesa di ogni più essenziale diritto. Credo che le Istituzioni Pubbliche debbano sempre interessarsi di ogni aspetto utile al concorso di garanzia per la sana, civile e dignitosa azione che mette l’uomo prima di ogni altro interesse. Non ho dubbi circa il suo interessamento e, riponendo in lei questa speranza, mi sento rassicurato dal buon servizio istituzionale che in passato ed oggi lei ha fatto e sono sicuro farà anche in questa occasione. Rimetto alla sua risposta il destino di 35 famiglie più quelle di tutto l’indotto”.