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I 5stelle provano a togliere il tempo al governo regionale anticipando le mosse sul disegno di legge di riorganizzazione del settore dei rifiuti in Sicilia. Al centro il modo di sistemare ‘la governance’ del settore. Oggi Giampiero Trizzino, parlamentare regionale ‘grillino’ ed esperto in materia del gruppo all’Ars ha presentato il testo del documento andando, lancia in resta contro il governo regionale.
È proprio sul modello di raccolta, secondo i 5stelle che si gioca la partita della razionalizzazione degli sprechi e del sistema da mettere a regime. La liquidazione senza fine rimane il punto da cui parte. Nel ddl si legge : “occorre adeguare la Sicilia alle altre regioni italiane, il presente disegno di legge supera, inoltre, il modello della governance societaria in favore della creazione, per ciascun A.T.O, di un’Autorità di governo (A.G.A.T.O.) avente personalità giuridica di diritto pubblico, natura che meglio si concilia con la missione pubblica cui ciascuna di esse è preposta, ovvero la gestione unitaria e non più frammentaria di un servizio precedentemente affidato a ogni singolo comune e ormai, nella prospettiva europea, delegato alla cooperazione obbligatoria tra gli enti locali, in conformità al principio di efficienza dell’organizzazione dei servizi pubblici”.
Trizzino è partito dall’emergenza sanitaria e ambientale :” a nostro modo di vedere la gestione di governo dei rifiuti di Musumeci è schizofrenica. In un sistema emergenziale dovrebbe essere governato solo dal documento ministeriale. A febbraio Galletti aveva dettato una serie di misure per rientrare nel regime ordinario dei rifiuti. Musumeci ha presentato un’ordinanza con una serie di parametri che sono al limite del diritto se pensate che pone a carico dei Comuni tutte le spese legate al trasporto dei rifiuti”.
Un modo per scaricare la responsabilità ai Comuni, sostengono i 5stelle.
“Il ddl per cui chiediamo la procedura d’urgenza, – chiarisce Trizzino- va a stravolgere la legge 9 correggendo tutti gli errori sottolineati anche da ANAC e Corte dei conti, andando oltre la governance fallimentare delle SRR e la definizione degli ambiti territoriali. Se abbiamo un passivo di un miliardo e 700mila euro è perché non sappiamo governare gli ambiti”.
Sui commissari che hanno gestito la gestione delle società d’ambito Trizzino rivendica la necessità di una struttura unica: “Abbiamo introdotto uno strumento di compensazione tra i debiti e le entrate, faremo un osservatorio e ci saranno anche gli ispettori ambientali”.
E ancora spulciando il documento si evince come ci sono “novità introdotte dal presente disegno di legge riguardano, ancora, l’istituzione della figura dell’ispettore ambientale (articolo 20), chiamato a vigilare, controllare e accertare direttamente sul territorio – tramite l’esercizio di poteri sanzionatori di natura amministrativa – che venga garantito il corretto funzionamento del servizio da parte dei gestori e, allo stesso tempo, che l’utenza non ponga in essere comportamenti che impediscano il raggiungimento degli standard di raccolta differenziata stabiliti dalla normativa e dalla programmazione di riferimento”.