“Siamo indignati che il nostro richiamo alle responsabilità nel corso di questi mesi non soltanto non sia stato ascoltato, ma perfino minimizzato”. Così Fabrizio Ferrandelli, leader dell’opposizione a Palazzo delle Aquile. “La nota pervenuta stamane all’Amat certifica una crisi strutturale difficilmente irreversibile. Infatti il settore delle società partecipate del Comune diffida e mette in mora per € 18.694.109 l’Amat aggiungendo ai 6,4 mln di perdita dell’esercizio 2017 e alla vicenda ancora in ballo sui crediti e la perdita di 9 mln sul tram.
Il rischio fallimento è sempre più reale. Infatti queste somme sono state già erogate e la società per restituirle dovrebbe averne disponibilità tra la liquidità. Cosa che dalle nostre evidenze non c’è. La situazione è peggiore di quanto da noi denunciato. Il presidente di Amat si è dimesso, l’azienda è al centro di una spartizione politica e non di un dibattito circa il risanamento ed il sindaco favoleggia di altre linee del tram da realizzare. Per tali ragioni – conclude – ho chiesto la convocazione di un Consiglio urgente. Chiedo immediatamente l’amministrazione in aula ed un confronto aperto e chiaro sul futuro dell’azienda”.
Già ieri Ferrandelli commentava così le dimissioni del presidente Amat Antonio Gristina: “Ci auguriamo che le sue dimissioni siano avvenute in polemica con la delibera del sindaco che chiedeva lo stralcio dei 29 milioni di euro e la chiusura a riccio del Comune e non sia invece una mossa per sostituirlo con qualcuno più accondiscendente”.
Anche la consigliera Sabrina Figuccia, è dello stesso avviso: “Mentre ormai l’Amat è ad un passo, forse anche meno, dal baratro, mentre l’ex presidente Gristina manda una lettera ai dipendenti per dire che soldi per gli stipendi non ce ne sono (invece di scusarsi per tutti i suoi errori), mentre i palermitani sono costretti alle fermate ad attese eterne sotto il caldo prima di poter prendere il bus, il sindaco Orlando cosa fa? Gioca con le figurine dei candidati a presidenti con l’unico scopo di accontentare un po’ i partiti di “destra” (Sicilia Futura, in maggioranza con Orlando e che all’Ars vota Miccichè presidente) e un po’ quelli di sinistra, per cercare di tenere a galla la sua maggioranza. La sensazione è quella che prima di competenza e professionalità vengono sempre fedeltà e appartenenza ad una parte politica e a farne le spese sono però sempre cittadini e lavoratori”.