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Monta la protesta contro la decisione annunciata dal governo nazionale di impugnare la legge approvata dall’Ars sulla stabilizzazione dei 2.800 lavoratori ex Pip. Alcuni di loro, in servizio presso l’assessorato regionale Territorio e Ambiente e presso l’assessorato regionale alle Attività produttive, da stamani hanno deciso di incrociare le braccia. Una forma di sciopero bianco che si sta diffondendo a macchia di leopardo anche in altri enti, causando disagi e disservizi. Fanno appello al governo Musumeci perchè trovi gli argomenti necessari per smontare l’impugnativa e in alternativa le soluzioni giuridiche adeguate per raggiungere comunque la meta della stabilizzazione, dopo 18 anni di precariato.
Ad ostacolarla ci sono i vizi di illegittimità costituzionale, già sollevati dal Ragioniere dello Stato, nei confronti del provvedimento votato dall’Assemblea in occasione dell’ultima finanziaria. Questo prevede la loro assunzione a tempo indeterminato presso la Resais, la società partecipata della Regione Siciliana che eroga un ampio ventaglio di servizi ai vari rami dell’amministrazione. Assunzione che secondo quanto stabilito dalla Costituzione e dalle normative statali non può avvenire senza passare da un concorso pubblico.
Dal canto loro i lavoratori lamentano lo stato di precarietà nel quale si trovano da quasi due lustri e il paradosso relativo alla loro situazione contrattuale. Gli ex Pip, infatti, lavorano come dipendenti presso al pubblica amministrazione, pagano le tasse come i lavoratori subordinati, ma non hanno un solo giorno di contributi versati. Perchè? Perchè il loro, formalmente, non è un reddito da lavoro ma un’indennità di sostegno al reddito.
“Noi paghiamo l’irpef da lavoratori dipendenti ma non possiamo definirci lavoratori, non possiamo definirci disoccupati, non capiamo se è normale che questa situazione si protragga ulteriormente. Se non è incostituzionale questo vogliamo capire cosa lo è”, spiega Maria Grazia Guttuto, lavoratrice ex Pip e rappresentante sindacale della Filcams Cgil. “Siamo fiduciosi che questo governo, che è stato lo stesso che ha promosso l’articolo di legge, si prenda la responsabilità di portare avanti le nostre istanze a livello del governo centrale”. Domani scenderanno in piazza davanti Palazzo dei Normanni per richiamare l’attenzione dei parlamentari impegnati in una seduta d’Aula nella quale si discuterà anche degli ex Pip.