Come era ormai ampiamente nell’aria, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la legge sull’elezione diretta dei presidenti dei liberi consorzi comunali e dei consiglieri. Rimangono enti di secondo livello come nel resto d’Italia e i rappresentanti degli organi saranno componenti degli altri enti che fanno parte dell’ex provincia.
Dunque, niente ritorno al voto per le ex Province sul modello dell’elezione diretta di sindaci e presidente della Regione.
La legge sull’elezione diretta del presidente e dei consiglieri provinciali era stata varata nell’estate scorsa dal parlamento siciliano e venne impugnata dal governo Gentiloni perché in contrasto con la legge Delrio. Nella sentenza la Consulta ha ribadito che “la legislazione elettorale, organi di governo e funzioni fondamentali di Comuni, Province e Città metropolitane rientra nella competenza esclusiva statale”.
La crisi economica e strutturale degli enti di area vasta non dipende probabilmente né dall’elezione diretta e neanche da quella indiretta, ma cinque anni di commissariamento certo non hanno giovato.
Dura la reazione che arriva da Nello Musumeci: “La sentenza della Corte costituzionale – al di là del marginale aspetto delle Province – suona ad offesa della dignità del popolo siciliano e della sua plurisecolare vocazione autonomistica. L’avere di fatto cancellato, con un colpo di spugna, l’articolo 15 del nostro
Statuto che riserva alla «legislazione esclusiva della Regione la materia di organizzazione e controllo degli enti locali» denuncia il malcelato e progressivo tentativo romano di smantellare l’Istituto autonomistico”.
Musumeci ha anche comunicato che, d’accordo con il presidente dell’Ars, ha concordato la convocazione di un’apposita seduta d’Aula: “per raccogliere la condivisione di tutti i deputati”.
Di altro tenore le reazioni dei 5stelle. Valentina Zafarana, Giancarlo Cancelleri e Salvatore Siragusa, intervenendo sulla bocciatura da parte della Corte Costituzionale alla legge regionale che prevedeva il ritorno all’elezione diretta nelle ex Province, hanno così commentato: “Dopo la sonora bocciatura del Consiglio dei ministri che ha impugnato mezza finanziaria varata dalla maggioranza – arriva questa ennesima certificazione di incompetenza e cecità politica”.