A poche settimane dal riavvio dei corsi di formazione in Sicilia il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha chiesto al ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, l’istituzione di un tavolo di confronto sul futuro degli 8.000 lavoratori dell’albo unico e sui 1.800 degli ex sportelli multifunzionali.
Sì, perché le somme messe a disposizione dall’Avviso 2 non bastano a riassorbire tutta la platea dei lavoratori del settore impiegati negli anni passati. Una buona parte di loro rimarrà fuori, nonostante le soluzioni alternative pensate, i recenti provvedimenti di tutela approvati dall’Assemblea regionale siciliana e gli accordi siglati dai sindacati e dalle associazioni datoriali degli enti.
Ecco perché in considerazione della rilevanza della vertenza il governatore ha ritenuto opportuno scrivere una lettera al ministro per investire della questione anche il governo nazionale. “Al di là di ogni possibile valutazione sulle origini e sulle cause che, in un lungo arco temporale, hanno generato, nel settore, il sovradimensionamento degli addetti – si legge nella missiva – si consolida oggi una vera e propria emergenza sociale i cui impatti umani ed economici non sono ulteriormente tollerabili. A questo punto, con l’intento di definire condivise linee di azione, ritengo utile e necessario richiedere un confronto con la S.V. e con il ministero che Ella dirige al fine di individuare sostenibili obiettivi e programmare adeguati interventi, volti ad arginare e risolvere la descritta situazione di crisi”.
L’obiettivo della Regione è quello di concordare con Roma una serie di interventi che possano limitare al minimo, se non addirittura azzerare, il numero degli esuberi. Per fare questo è necessario discutere nel dettaglio le varie ipotesi, anche al fine di non incappare nei vizi di illegittimità subiti in occasione della stabilizzazione dei lavoratori ex Pip.
Tra le opzioni che saranno oggetto della discussione, come ha spiegato l’assessore regionale al ramo Roberto Lagalla, il ricorso al prepensionamento, le nuove modalità di erogazione del fondo di garanzia, ma anche la possibilità di ricorrere alla riqualificazione e alla ricollocazione del personale in altri settori, come ad esempio quello strategico dell’infrastrutturazione digitale.
“Si chiede, dunque, che le misure correttive e le azioni di ricollocazione occupazionale e di tutela sociale, da adottarsi da parte della Regione Siciliana – conclude il governatore – possano essere assunte di concerto con codesto ministero attraverso la costituzione di un ‘Tavolo di confronto’, finalizzato a pianificare il processo di risanamento del comparto sulla base di una puntuale ricognizione degli strumenti giuridici e delle risorse finanziarie a disposizione. Confidando nell’opportunità di avviare a breve, in un contesto di leale collaborazione istituzionale, il richiesto confronto, resto in attesa di gradito riscontro”.