La polizia ha sequestrato a Palermo un “centro olistico” e tratto in arresto una cittadina cinese di 33 anni, che dovrà rispondere di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. L’attività commerciale si trova in via Rosina Anselmi, nella zona di corso Calatafimi.
“L’erogazione di prestazioni sessuali a pagamento era l’attività collaterale offerta ai clienti del centro che, anziché l’acquisto di oli ed unguenti, raggiungevano il locale per svaghi sessuali”, riferiscono gli investigatori.
A mettere i poliziotti del commissariato Porta Nuova su questa pista “l’osservazione del solito via vai di uomini a tutte le ore del giorno e della sera, con ingressi nel locale preceduti da brevi telefonate e caratterizzati da fugaci permanenze”.
A dare ulteriore riscontro a questa ipotesi, anche alcuni clienti che avrebbero confermato ai poliziotti prestazioni e tariffario. Quando gli agenti sono entrati nel centro hanno riscontrato la presenza di due cittadine cinesi e hanno verificato come una si prostituisse e l’altra fosse la “titolare” del centro su cui confluivano le somme pagate dai clienti (50 euro a prestazione).
La prima ha riferito ai poliziotti di essere in Italia da alcuni anni ma a Palermo solo da pochi mesi. A spingerla nel capoluogo siciliano era stato il miraggio di un lavoro come massaggiatrice in un centro specializzato gestito da una connazionale. Sarebbero bastate poche settimane per far capire alla donna cosa, in realtà, si celasse dietro il paravento dei massaggi: la mercificazione del proprio corpo per 10-12 ore al giorno, a fronte di 800 euro al mese, con scampoli notturni per dormire e mangiare.
La donna ha raccontato anche che la titolare l’avrebbe sostituita a breve, vigendo nel centro il principio dell’alternanza di più cittadine cinesi, nel corso dell’anno. Il centro è stato posto sotto sequestro e la “titolare” tratta in arresto per i reati favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.