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Mestieri in via d’estinzione, un bando della Fondazione con il Sud

domenica 2 Settembre 2018
antichi-mestieri

La Fondazione Con il Sud intende sostenere alcune eccellenze della tradizione artigiana meridionale che stanno scomparendo. L’idea e’ anche quella di investire sui giovani artigiani. A questo scopo, in collaborazione con l’Osservatorio dei Mestieri d’Arte di Firenze (OMA), rivolge un invito alle organizzazioni del Terzo settore per progetti di valorizzazione di antiche produzioni e competenze in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia, da realizzare anche in partenariato con enti pubblici o privati, profit o non profit.

Le proposte dovranno essere presentate online entro il 17 ottobre 2018 tramite la piattaforma Chairos. Il sapere e la tradizione artigianale sono tra le cifre piu’ caratteristiche della cultura e dell’economia italiana e rivestono un’importanza strategica anche sul piano sociale: il lavoro artigiano, grazie alla qualita’ dei manufatti, restituisce dignita’ alle persone, rendendole orgogliose e gratificate, e permette di rafforzare, quando non di ricostruire, il legame con il territorio. Uno dei piu’ lampanti paradossi del nostro paese – si legge in una nota – famoso per i suoi prodotti di qualita’ e con un’altissima disoccupazione giovanile, e’ che scarseggiano sempre di piu’ calzolai, vetrai, falegnami, sarti o scalpellini. Questo succede perche’ i nipoti non seguono le orme dei nonni e perche’ questi mestieri risultano poco redditizi su un mercato veloce e globalizzato.

La sfida di Fondazione Con Il Sud e Oma e’ quella di riscoprire il saper fare tradizionale, immaginando nuovi campi di applicazione tecnologica e commerciale e trovando nuovi potenziali talenti anche nelle giovani generazioni e tra le persone piu’ fragili. Il bando interviene con 800 mila euro su settori artigianali particolarmente vulnerabili: dal ricamo tradizionale, come lo squadrato lucano, all’intreccio di fibre vegetali per realizzare cesti a Reggio Calabria o nasse e reti da pesca in Sardegna; dalla produzione di fili di seta a Catanzaro alla costruzione del mandolino napoletano e della chitarra battente cilentana; dalla costruzione di carretti siciliani alla tessitura con la tecnica del fiocco leccese o alla filatura della lana in Sardegna. Sono solo alcuni degli esempi di saperi antichi che rischiano realmente l’estinzione e che, inseriti in opportuni percorsi di innovazione e inclusione sociale, possono al contrario rappresentare opportunita’ per nuovi talenti e occasione per sperimentare approcci e modelli inediti di valorizzazione.

Per la realizzazione delle singole iniziative, la Fondazione mette a disposizione complessivamente un contributo di 800 mila euro, in funzione della qualita’ delle proposte ricevute e della loro capacita’ di generare valore sociale ed economico sul territorio.

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